PESCARA - «Ho chiarito tutto con i magistrati e non ho nessuna intenzione di dimettermi». Dopo oltre due ore di interrogatorio davanti ai pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio che indagano sulla rimborsopoli abruzzese sugli indebiti rimborsi per le trasferte istituzionali e non, il presidente della giunta Gianni Chiodi ha affrontato la folla di giornalisti e telecamere per rilasciare pochissime dichiarazioni più che altro formali. «Domani (oggi per chi legge) farò una conferenza stampa per illustrare tutto ciò che ho detto ai magistrati e per rispondere alle vostre domande, ma vi assicuro che sono molto soddisfatto e sono certo di aver chiarito tutto quello che c'era da chiarire, come avevo promesso che sarebbe accaduto». Scontate le domande sulla sua presunta amante, Letizia Marinelli, e sugli incarichi affidati alla stessa successivamente a quella notte passata in sua compagnia nell'albergo del Sole a Roma. «Su questi argomenti non mi sono state rivolte domande - ha risposto il governatore - si è parlato soltanto delle cose che mi sono state contestate». Ma quella notte al Pantheon, con la Marinelli, fu comunque a spese della Regione Abruzzo: «E' stato chiarito anche questo episodio» ha detto Chiodi lasciando il tribunale scortato da un gruppetto di carabinieri in borghese. L'ultima frase che ha lanciato ai cronisti che comunque lo incalzavano sulle sue questioni familiari e personali è stata lapidaria: «Io ho la coscienza a posto».
Ma tanto tranquillo davanti ai pm proprio non è stato. E' vero che all'uscita del tribunale era sorridente e quasi contento di come erano andate le cose, ma dentro la stanza dei pm, con il suo avvocato Pietro Referza, e alla presenza del comandante dei carabinieri Emilio Stangarone che ha condotto le indagini, il suo volto non era proprio così rilassato. Sicuramente provato più che dalle questioni penali, da quelle private apparse su tutti i quotidiani nazionali anche a seguito delle interviste rilasciate in proposito. «Le prenotazioni - avrebbe affermato il presidente ai magistrati - le faceva la mia segreteria. E delle ricevute se ne occupavano gli uffici preposti». Come dire non ero io a curare questi aspetti amministrativi e se ci fosse stato qualcosa da obiettare me lo avrebbero dovuto dire e così non è stato. Il suo legale ha già annunciato ai pm che presenterà tutta una serie di documenti a sostegno della estraneità ai reati di peculato e truffa che vengono contestati. I magistrati dal canto loro si sono attenuti rigorosamente alle carte: niente gossip e non poteva essere diversamente. Hanno mostrato al politico di turno, così come anche a Chiodi, le ricevute contestate: quelle dove il presidente ha dormito con la moglie o con l'amante, quelle delle cene o dei pranzi in compagnia, tutte liquidate dalla Regione per un totale di circa 24 mila euro. Al suo arrivo a palazzo di giustizia ha dribblato tutti i numerosi giornalisti che affollavano l'ingresso della procura, passando dalla parte posteriore.