PESCARA Il centrodestra si sta interrogando in queste ore sul destino politico di Gianni Chiodi. Sebbene il governatore mostri molta sicurezza (ieri ai microfoni delle televisioni ha assicurato che non si dimetterà, facendo anche intendere che la ricandidatura per lui non è in discussione), i suoi compagni di partito e gli alleati sembrano sfiduciati, anche se in pubblico la linea di Forza Italia e del Nuovo centrodestra è quella di un sostegno senza cedimenti alla leadership di Chiodi. Ma la sfiducia è palpabile e cresce a ogni sfoglio di rassegna stampa sull’inchiesta e l’esito del voto di maggio si fa dubbioso di fronte all’attivismo del potenziale sfidante di centrosinistra: un Luciano D’Alfonso che è apparso fin troppo tonico e propositivo all’indomani della sentenza di assoluzione dal processo Caligola. Ieri questa sfiducia si è avvertita con evidenza nel corso di una riunione della maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale che è stata dominata dall’analisi della vicenda Rimborsopoli. La coalizione, ragionano nel centrodestra, non può farsi trovare impreparata di fronte a sviluppi imprevedibili dell’inchiesta o solo a un disco rosso che venga dal partito romano. La candidatura Chiodi appare comunque fortemente indebolita nell’opinione pubblica che, quando si tratta di scandali politici, non usa discernere tra il vero, il verosimile e il falso. Tra le ipotesi in campo che si fanno è quella di una candidatura che possa essere vista possibilmente nuova, fresca ed estranea alle vicende contingenti abruzzesi. Il ritorno di Pieferdinando Casini e dell’Udc nel centrodestra riporta per esempio in discussione la figura di Rodolfo De Laurentiis, consigliere di amministrazione Rai, abruzzese di Collelongo, ex parlamentare, ex presidente dell’Arpa, animatore di un neonato movimento politico battezzato “Oltre”. De Laurentiis, tra l’altro, ha la fortuna di ricoprire un incarico che passa l’esame della legge regionale anti-sindaci, la stessa che ha impedito per esempio la candidatura di Giovanni Legnini. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella dell’ex presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa. Probabilmente sarà Roma ad avere l’ultima parola. Berlusconi potrebbe scegliere di difendere fino in fondo il suo governatore, come è sempre avvenuto in casi analoghi. Ma è anche possibile che all’interno dei nuovi equilibri che si formeranno nella coalizione quadripartita di centrodestra (Forza Italia, Ncd, Lega e Udc) la piccola e poco influente Regione Abruzzo possa essere destinata all’alleato ritrovato.