PESCARA Pallido, dimagrito. Non è il solito Gianni Chiodi capace di affrontare la stampa, i sostenitori e i suoi detrattori. Abbozza dei sorrisi che non sono i suoi sorrisi. Si leggono nottate passate in bianco, pensieri difficili da cancellare, emozioni che stravolgono la vita.
Gianni Chiodi non riesce a governare il confronto con la stampa. Da una parte l’assalto, dall’altra l’incapacità di chi lo aiuta a trovare una location adeguata. Così, nella ressa, Chiodi, trova modo di dire poco, quasi nulla rinviando tutto a una conferenza stampa che si terrà nella giornata di oggi.
Ma la certezza, una, la più importante per lui, la ribadisce. «Mi candiderò per la seconda volta alla presidenza della Regione Abruzzo». Il ciclone che lo ha travolto lo ha debilitato ma non distrutto. Tempo di riprendere le forze e sarà pronto per ricominciare.
Due ore di contronto con i procuratori non sono bastati, ma quella manciata di minuti in più gli ha dato la sicurezza di aver chiarito i diversi passaggi amministrativi contabili che gli venivano contestati. Accanto a lui l’avvocato Pietro Referza, che rifiuta di rilasciare dichiarazioni. Chiodi esce dagli uffici della Procura al quarto piano del palazzo di giustizia e prende l’ascensore in compagnia del suo avvocato, del portavoce Peppino De Dominicis, del segretario generale della Regione, Enrico Mazzarelli. Le prime parole a piano terra diventano quasi liberatorie, prima di uscire all’esterno e affrontare i giornalisti. «Va bene così. Sono soddisfatto, tutto è stat chiarito e si può ricominciare». Nessun riferimento alle storie personali, a quelle vicende per il momento non risponde, ma Chiodi è convinto del suo operato in Regione. Che va oltre le spese contestate. Basi che sembravano solide per la futura campagna elettorale e che ora sembrano senza fondamenta. Ma lui, imperterrito, tira diritto. A dispetto di esponenti della coalizione che già stanno facendo i conti senza la sua presenza, che già immaginano una sfida diversa.
L’ex presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, è stato messo in una sorta di limbo. Il Nuovo Centrodestra deve sostenere Chiodi ma non può trovarsi spiazzato se il ciclone dovesse diventare catastrofico.
Le bordate a Chiodi arrivano soprattutto dagli esponenti di opposizione. «Gli abruzzesi non fanno più in tempo a scandalizzarsi, che ogni giorno che passa emergono nuovi fatti gravi e inquietanti che continuano a gettare valanghe di discredito sulla nostra regione. Ormai è caduta la teoria del complotto, della stampa avversa, dei veleni strumentali di una campagna elettorale, e alla nostra povera regione resta, dopo cinque anni di immobilismo, soltanto un governatore in mutande, nel senso letterale del termine». Questa la fotografia che scatta il segretario regionale dell'Italia dei Valori, Alfonso Mascitelli, in attesa che Chiodi, nell'annunciata conferenza stampa, spieghi agli abruzzesi la gravità della sua posizione. «Dopo essere stato eletto soltanto dal 25 per cento degli abruzzesi, e dopo l'ubriacatura di potere che lo ha accompagnato in questi anni, insieme ai suoi assessori coinvolti», attacca il segretario abruzzese di Idv, «Chiodi stacchi finalmente la spina. Per il bene dell'Abruzzo abbia la coscienza di dimettersi, perché nessuno si accorgerà, da qui alle elezioni, di alcun vuoto decisionale, visto che la sua maggioranza, come ultimo regalo, ha confezionato la legge elettorale-vergogna che proroga di 6 mesi la loro sopravvivenza, a spese dei cittadini, per la semplice ordinaria amministrazione».
La difesa di Chiodi arriva ancora una volta dalla base. Su facebook sono ati due nuovi gruppi a sostegno del presidente della Regine. «Io sto con Gianni Chiodi presidente», e «A testa alta con Gianni Chiodi». Un tam tam mediatico che punta a riabilitare il presidente abruzzese nell’immagine pubblica.
Non resta che attendere cosa dirà oggi, nella conferenza stampa di questa mattina, che il governatore ha convocato nella Sala gialla della Regione in viale Bovio a Pescara. Un nuovo punto di partenza per Chiodi in una corsa diventata a ostacoli. Resta l’attesa per nuove rivelazioni, confessioni sulla sua vita parallela, quella che lo ha portato a inciampare e a dover rendere spiegazioni, nei giorni scorsi alla sua famiglia, oggi, forse, a tutti gli abruzzesi.