ABRUZZO. Dopo aver parlato per quasi due ore e ripetuto «quello che ho già detto ai magistrati» Gianni Chiodi ha spiegato -spulciando su un foglio con qualche riga preparata- che sugli «aspetti personali e privati non parlo», considerando “privati” una vasta gamma di vicende.
L’accenno preventivo è alle sorelle Letizia e Simonetta Marinelli, (la prima è la donna che ha dormito nel 2011 nella stanza dell’hotel vicino al Pantheon) e probabilmente anche ad altre vicende che riguardano rapporti più o meno stretti con altre persone.
«Per quanto riguarda le questioni che non attengono a vicende giudiziarie - ha affermato - voglio chiarire subito che gli aspetti personali hanno diritto di essere chiariti ai cittadini se hanno riflessi sul mio comportamento istituzionale. E a questi aspetti non mi sono sottratto. Qualcuno dice che rilasciando l’intervista (quella al Corriere in cui ammise la «debolezza di una notte») e ammettendo mie colpe ho commesso un errore, che ho fatto una ingenuità. Ma io sono fatto così. Si possono fare degli errori, l'importante è ammetterli. Per esempio mi riferisco alla nomina della consigliera di parità (Letizia Marinelli). Bene, io su questo sono molto contento che la Procura abbia aperto un fascicolo perchè indipendentemente da quello che dico io, mi si può credere o meno, da parte mia non c'è stata alcuna influenza che potesse determinare un favoritismo. E questo saranno i magistrati ad accertarlo».
Chiodi ha chiarito che la nomina di Marinelli è avvenuta senza alcun tipo di influenza anche se la giunta ha indicato il nome ai ministri che l’hanno nominata con decreto.
Lei sapeva che la Marinelli aveva presentato il curriculum?
A questa domanda fatta al presidente almeno due volte ha risposto prima che non ricordava e poi che «per questo mi sono guardato bene da intervenire in qualunque modo».
Insomma il presidente sapeva o meno che la donna con la quale ha dormito, pochi giorni prima di quella notte aveva presentato un curriculum? E’ almeno inverosimile che i due non avessero mai parlato dell’argomento e dunque Chiodi sapeva ma non reputa imbarazzante la successiva nomina.
Per quanto attiene invece la gestione dei fondi (1,5mln) per la costruzione mai avvenuta del centro antiviolenza a L’Aquila ha chiarito che fu il ministro delle pari opportunità Carfagna ad individuare nella consigliera di parità l’organo a cui far gestire i soldi. Anche in questo caso Chiodi ha detto di non essere intervenuto in alcun modo e di non provare alcun imbarazzo visto che ha di fatto –ha fatto intendere- ratificato una scelta già fatta da altri anche se discussa in precedenza.
Per quanto riguarda invece l’assunzione della sorella della sua amante (un mese dopo la famosa notte) nella segreteria dell’assessore Carpineta Chiodi ha detto «si è trattato di assunzione fiduciaria pienamente regolare».
E’ di sicuro una assunzione fiduciaria ma possibile che Chiodi non avesse saputo che la sorella della Marinelli stava per entrare nello staff della Carpineta? Possibile che Letizia Marinelli non ne abbia mai parlato? Possibile che proprio contando sulla amicizia particolare con il presidente la stessa Letizia Marinelli non avesse chiesto un aiuto per la sorella? Un aiuto che sarebbe stato più che lecito visto il carattere fiduciario dell’incarico.
Invece tra tutte le persone che ci sono in Abruzzo la sorella di Letizia Marinelli è stata scelta per le sue qualità ma sostanzialmente per caso o per coincidenza. Su questi punti che riguardano il coinvolgimento in enti e amministrazioni pubbliche delle Marinelli bisogna affidarsi alla fede: o si crede senza condizioni alla realtà raccontata dal presidente oppure no.
Alla domanda se fosse stata tradita la giustizia sociale, Chiodi ha risposto: «ma quale giustizia sociale tradita! La consigliera di parità non è una scelta discrezionale e proprio perché c'era questa situazione personale non ho influito in alcun modo. Lo dirà la Procura. Capisco che ci possano essere suggestioni, ma non è così».
«Io ho sempre tenuto separate le questioni sentimentali e istituzionali - ha aggiunto Chiodi -. Quelli che sono i miei rapporti personali non hanno trovato un minimo di favoritismo o di interesse personale. L'imbarazzo - ha detto rispondendo ai giornalisti - l'ho provato per le cose che sono state scritte. E' possibile che vi siano relazioni sentimentali che non ti portano a sconfinare nella scorrettezza».
Ai cronisti che gli hanno chiesto con che spirito rientri in casa la sera, il presidente ha risposto «entro a casa mia perché lì trovo gli affetti».