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Pescara, 25/11/2024
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Data: 06/02/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Dal Vecchio Porco al Montone Vizi privati e pubbliche fatture

PESCARA Carta canta: «Sulla fattura c'è scritto pax due, cioè due persone, quindi non ci sono stati artifici e raggiri per ottenere un rimborso indebito. Anche se solo in parte». Dopo l’outing sulla sua notte galeotta nell’albergo già del Montone, Gianni Chiodi, non prima di averlo spiegato ai magistrati, mostra la ricevuta rilasciata dalla portineria dell’Albergo del Sole a Roma, (il costo della stanza numero 114 è di 340 euro) dove la notte del 13 marzo 2010 il governatore dormiva nello stesso letto con la signora Letizia Marinelli. «Che non ci siano stati artifici e raggiri per indurre in errore i funzionari si rileva anche dal conteggio della tassa di soggiorno. Per due persone. Quindi - ha puntualizzato il governatore - gli uffici regionali erano stati posti nella condizione di conoscere la circostanza della presenza della seconda persona». È uomo di cifre Gianni Chiodi, che sa cosa significhi rendicontare. Ma è dopo la sua intervista esplosiva e forse consigliata da qualche mago della comunicazione che i conti non son tornati agli abruzzesi: nelle contestazioni della magistratura non c’era certo una notte trascorsa con una professoressa dipendente dell’Inail. Il polverone si è infatti sollevato dopo che si è scoperto che Letizia Marinelli, due mesi dopo la notte del Pantheon, il 16 maggio, viene nominata consigliera di parità e, trascorsi altri sessanta giorni, il 22 luglio, c'è la ratifica sulla sua carica dal Ministero del Lavoro e Politiche sociali. Anche su questo Gianni Chiodi è sereno: «Sono molto contento che la Procura abbia aperto un fascicolo sulla consigliera di parità. Non c’è stato nessun intervento da parte mia - giura Chiodi - che potesse determinare un favoritismo a beneficio di questa donna. Sarà la Procura ad accertarlo. È varrà ciò che diranno i magistrati». Maledetti giornalisti che hanno poi scoperto - forse troppo tardi - incrociando nomi e pettegolezzi, che meno di un mese dopo la notte trascorsa nell’hotel di Roma, Simonetta Marinelli, sorella di Letizia, era stata assunta come addetta alla segreteria dell’assessorato al Personale. Successivamente la donna lasciò questo ruolo e cominciò a lavorare alle Pari Opportunità. Con la sorella. Anche su questa fastidiosa coincidenza Gianni Chiodi ha una spiegazione: «Da sempre, per legge, gli assessori hanno diritto ad avere uno staff di segreteria di natura politica. L'individuazione dei componenti di queste segreterie avviene per via fiduciaria». Insomma, «c’è discrezionalità nella scelta e io non sono intervenuto sull'assessore Carpineta in favore della sorella della consigliera di parità». Nomi, cifre, dubbi. Quando c’è di mezzo il sesso ogni cosa si amplifica e, come si dice nell’Abruzzo di Chiodi, tutto finisce a cantina. Se poi tra i conti sospetti spunta una cena al ristorante «Vecchio Porco» di Milano, il gioco è fatto. Gli investigatori però - al di là di facili battute - vogliono sapere da Chiodi perchè quella cena, pagata con carta di credito 227 euro, sia stata offerta non solo al governatore, ma anche ad altri quattro commensali. «Quella sera erano con me, oltre ai miei collaboratori, due assessori lombardi, uno regionale e l’altro comunale. Che cosa avrei dovuto fare? Pagare alla romana?». Gianni Chiodi, almeno, per ora, non si sottrae alle domande, anche imbarazzanti, sulla sua notte romana. Altri invece, tirati in ballo per fughe extraconiugali, preferiscono scappare. Ma nell’Abruzzo bigotto e moralista la caccia alle misteriose fanciulle è già cominciata. Eccome.

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