PESCARA «Questo modo di scaricare la responsabilità, laddove ce ne fosse, su dirigenti e impiegati regionali, è un gioco al massacro inverecondo»: non ci sta la segretaria regionale del sindacato Direr - federazione dirigenti e quadri direttivi delle Regioni - Silvana De Paolis. Quando sente che governatore, assessori e consiglieri regionali che sono finora sfilati in Procura per l’inchiesta “rimborsopoli”, hanno tirato in ballo gli impiegati che avrebbero dovuto controllare le fatture da rimborsare, la sindacalista dà lo stop. Parla di operazione assurda a cui fa seguire un discorso logico: «Io so che le segreterie che guardano i conti dei politici sono scelte direttamente dai politici, quindi se, ad esempio, lo staff del presidente non è stato attento a cautelarsi, la responsabilità è dello staff, ma prima di tutto è del presidente che si è scelto lo staff su chiamata diretta». Ieri, nel corso della sua “due ore”, il governatore ha spiegato che al ritorno dalle missioni istituzionali affida scontrini e ricevute al suo autista personale che poi a sua volta li porta a chi redige gli “statini” («persona esperta che fa questo da oltre 15 anni»). La congruità del rimborso richiesto viene valutata da due livelli di controlli. In caso di errori c’è l’addebito sulla carta di credito privata o si compensa con mancati rimborsi. «E’ una prassi consolidata», ha aggiunto Chiodi prendendo spunto dal caso nato attorno alla fattura dell’albergo dove trascorse la notte con la consigliera di Parità e che la Procura sostiene sia stata rimborsata per intero: «C’era scritto che era per due persone, è evidente che non era stata presa in considerazione». Al di là delle specifiche ipotesi giudiziarie sul dolo, la sindacalista del Direr replica: «Non so quanto sia prassi degli uffici regionali rimborsare per intero le fatture, a me risulta che quest’ultime passano attraverso lo staff dei politici. Di sicuro, non è mai successo che un dipendente regionale di ritorno da una missione sia stato rimborsato della notte o degli eventuali pasti della moglie». Di qui un ragionamento su dove finiscono i poteri degli staff e dove inizia il lavoro degli impiegati ci può stare. «In un’amministrazione corretta le strutture di supporto dei politici non dovrebbero sovrapporsi al lavoro dei dipendenti», afferma la De Paolis, «però a volte vediamo che si verificano situazioni “borderline”»
LA CONSIGLIERA SU FACEBOOK. Marinelli: «Buongiorno, informatevi prima di parlare»
Dopo qualche giorno di riflessione la Consigliera di Parità Letizia Marinelli ha trovato la voglia e il tempo di aggiornare il suo profilo facebook e difendere la propria posizione dalla macchina mediatica: «Buongiornissimo al mondo», scrive, «mi metto in piedi e respiro e passetto passetto cerchiamo di arrivare a fine giornata. Consiglio la lettura dei miei comunicati stampa reperibili facilmente nel web, lì si potranno avere indicazioni sulle cose che ho fatto e che faccio. Informarsi prima di parlare a sproposito è importante. Consiglio la lettura dell'articolo pubblico ieri sul quotidiano il Centro e non mi riferisco a quello del gossip». Probabilmente la Marinelli si riferisce all’intervento di una lettrice che difende il suo lavoro nell’ufficio regionale delle Pari opportunità. Molti i commenti al post della Consigliera. Non tutti benevoli, ma è il prezzo da pagare a una sovraesposizione mediatica che non finità a breve.