L'assunzione a termine negli uffici della Regione per la parente della signora della "stanza 114" è avvenuta per mano di Federica Carpineta, assessore al personale e alle politiche di genere, che suo marito definisce “un’amica molto particolare del presidente”
Non solo la donna che dormì con lui a spese pubbliche, il 15 marzo 2011, nella stanza 114 dell’hotel del Sole di Roma, di lì a poco fu nominata Consigliera di Parità in Regione Abruzzo. Ma anche sua sorella fu assunta, nel giro di poche settimane, con un contratto a tempo determinato. Quell’assunzione avvenne per mano di Federica Carpineta, assessore al personale e alle politiche di genere, che suo marito definisce “un’amica molto particolare del presidente Chiodi”. E Il Fatto Teramano, titolando la notizia, si chiede: “È lei l’altra amante?”. Abbiamo chiesto conferma al marito dell’assessore che, nei giorni scorsi, su facebook aveva postato molti commenti velenosi nei confronti del presidente abruzzese. “Posso soltanto definirla una sua amica molto particolare”, ci ha risposto, parlando di un momento di “grande amarezza per la mia situazione coniugale”.
Una situazione che va verso il divorzio e che, al di là degli aspetti personali, assume ancora una volta un connotato pubblico: l’amica “molto particolare” del Presidente Chiodi infatti, in qualità di assessore, assume con chiamata diretta la sorella dell’amante di Chiodi. E il tutto avviene a partire dal 29 marzo 2011, appena due settimane dopo la notte che il Presidente trascorre con Letizia Marinelli, poi nominata dalla Giunta nel ruolo di Consigliera di parità. E per un certo periodo sua sorella è transitata nel suo stesso ufficio. Proprio oggi Chiodi dovrà presentarsi in procura per rispondere alle domande dei pm sulle spese sostenute nelle missioni istituzionali.
C’è da giustificare il biglietto aereo da 2.800 euro in business class, pagato con carta di credito regionale, e intestato a sua moglie. E poi la notte, trascorsa con la consigliera di Parità, nell’hotel Del Sole di Roma: il pernottamento della donna è stato pagato con soldi pubblici. Chiodi è accusato di truffa, peculato e falso: sarà interrogato dai pm Giuseppe Belleli e Gianpiero di Florio alle 9.30. Poi sarà il turno del presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano, che dovrà giustificare ben quattro pernottamenti con donne diverse dalla moglie e soggiorni da 900 euro per sole tre notti, e del vice presidente della Giunta, Alfredo Castiglione. Ma è il caso della nomina di Marinelli come Consigliera di parità, sollevato da un’inchiesta del Fatto, che politicamente per Chiodi resta il più spinoso da spiegare.
Sulla questione la procura ha aperto un’indagine bis. Alla Consigliera fu affidata la spesa di 1,5 milioni – dai fondi per la ricostruzione – per realizzare un “centro poliedrico” per le donne. Nessun reato, ma certamente una scelta discutibile, sotto il profilo dell’opportunità, considerato che Marinelli e Chiodi erano stati amanti. La Consigliera aveva anche la responsabilità della spesa: in qualità di “soggetto attuatore”. E il pasticcio burocratico sentimentale di Chiodi non finisce qui. Partendo dallo stesso decreto, Chiodi stava finanziando un progetto, affidato alla Curia, che spostava 1 milione di euro, destinato ai terremotati de L’Aquila, nella città di Pescara che, per sua fortuna, dal sisma non aveva subìto danni.
Il progetto “Samaria” – affidato all’Arcidiocesi de L’Aquila – vale 1,5 milioni di euro. L’obiettivo: “Ristrutturazione di edifici colpiti dal sisma, già utilizzati quali centri antiviolenza e di lotta all’emarginazione, nonché per la realizzazione di nuove strutture”. Progetto bocciato dalla Corte dei conti. Il motivo: su 1,5 milioni, l’arcidiocesi, intendeva investire 352 mila euro, nel territorio aquilano, per un immobile “da adibire a casa di accoglienza”. Ma soprattutto: intendeva spendere 602 mila euro per completare “i lavori del compendio immobiliare, sito in Pescara, di proprietà della Fondazione Pescara-Abruzzo-Cassa di Risparmio di Pescara, concessi in comodato gratuito alla Caritas”. In sostanza – sentenzia la Corte dei conti – su “una richiesta globale di 1,5 milioni, ben 956 mila sarebbero destinati all’acquisto o ristrutturazione degli immobili, con un depauperamento del progetto”. Al quale restavano soltanto le briciole.