CAMPOBASSO Prendere il treno, soprattutto il Campobasso-Roma, e non sapere a che ora si arriverà a destinazione. Succede troppo spesso. L'ultimo caso, emblematico, si è verificato qualche giorno fa, quando il "Minuetto" diretto alla capitale è stato fermo 4 ore alla stazione di Ceprano, dove i binari erano bloccati da due treni guasti. Viaggiatori che ci hanno messo ben 7 ore per arrivare da Campobasso a Roma e che ora potranno rivalersi su Trenitalia, chiedendo il rimborso del biglietto. Ben poca cosa rispetto al disagio patito. La Regione, invece, per questo caso specifico non potrà chiedere risarcimenti, visto che il sistema delle penalità non si calcola sul ritardo, sia pur consistente, di un singolo treno. Ma su un monte ore complessivo. Come prevede il contratto di sei anni stipulato nel 2009 tra Regione e Trenitalia, in scadenza il 31 dicembre 2014. E come precisa una clausola particolare. Trenitalia, confermano infatti dall’assessorato regionale ai trasporti, è tenuta a garantire la puntualità del 92% dei treni che viaggiano sulle linee regionali e il 91% dei treni che viaggiano sulle linee interregionali. Se sfora paga, rispettivamente 7.000 euro e 4.000 euro di sanzione, per ogni punto percentuale sotto la soglia minima. Che ultimamente non viene garantita. Lo dimostrano i dati relativi al 2013, a disposizione dell’assessorato. Nel primo trimestre dello scorso anno i treni regionali puntuali sono stati il 91%, quelli interregionali l'89%. Con una penalità di 15.000 euro. Nel secondo trimestre la percentuale è scesa all'89 e all'87% e la penalità è arrivata a 37.000 euro. La situazione è peggiorata ancora nel terzo trimestre, visto che i treni arrivati in orario sono stati in entrambi i casi l'85% (penalità di 73.000 euro). Ma il picco dei disagi si è registrato nell'ultimo trimestre del 2013, quando i treni regionali puntuali sono risultati l'87%, quelli interregionali l'81%, con una sanzione di 75.000 euro. Ben poca cosa rispetto ai 24 milioni di euro che la Regione paga ogni anno a Trenitalia. Dieci euro per ogni chilometro percorso, contro i 2 euro dei collegamenti in pullman. "E' chiaro che le cose devono cambiare, non possiamo più accettare di avere un servizio di questo tipo", ha dichiarato l'assessore regionale ai trasporti Pierpaolo Nagni, che dopo il confronto con il dirigente regionale Abruzzo e Molise, Cesare Spedicato, ieri è andato a Roma. A incontrare i direttori nazionali di Trenitalia e Rfi, per chiedere di intervenire in Molise. Di risolvere i problemi dei ritardi e quelli del sovraffollamento delle carrozze, dovuti soprattutto alle fermate che i treni molisani fanno nel Lazio, a Frosinone e Cassino. ìE’ da tempo che chiediamo di eliminare quelle fermate, visto che i treni li paghiamo noi, mica il Lazio – ha detto ancora Nagni –. Ci hanno ora proposto una soluzione che stiamo valutando, un cambio a Venafro, con prosecuzione sul treno elettrico in grado di raggiungere i 180 chilometri orari, contro i 120 attuali. Certo è una soluzione che comporta dei disagi, soprattutto far scendere i passeggeri da un treno e farli salire su un altro. La soluzione definitiva sarebbe l’elettrificazione di tutta la tratta ferroviaria molisana, ma questo comporta grandi investimenti e grandi lavori”. L'occasione per migliorare le cose Nagni la vede proprio nell'imminente scadenza del contratto con Trenitalia. Per l’occasione ha già avviato la gara d'appalto per la privatizzazione del servizio, che però richiede tempi lunghi. Più o meno tre anni, tra comunicazione obbligatoria a Bruxelles, bando di gara europeo, assegnazione dell’appalto, eventuali rivalse da parte del gestore attuale. L’alternativa è la rinegoziazione del contratto con Trenitalia, che dovrebbe in ogni caso garantire il periodo transitorio. E condizioni più favorevoli per il Molise. Almeno si spera.