PESCARA I carabineri hanno acquisito gran parte della documentazione relativa alla nomina di Letizia Marinelli, la consigliera di Pari opportunità che dopo una notte trascorsa all’albergo del Sole di Roma con il presidente della Regione Gianni Chiodi ha ottenuto, attraverso un concorso, un incarico pubblico quadriennale alle Pari opportunità. L’inchiesta bis – che non presenta indagati – servirà quindi a fare luce su quell’incarico, a vedere se dietro la nomina di Marinelli ci sono state irregolarità o no. Nel frattempo, la donna della stanza 114 è assediata dalle televisioni, dalle trasmissioni che in questo periodo stanno raccontando le inchieste abruzzesi e gli scandali rosa della Regione ma lei non cede, si è già negata alla trasmissione Virus di Raidue. Il governatore Gianni Chiodi, invece, ha scelto di difendersi in pubblico, di raccontare durante l’incontro con i giornalisti la sua versione dell’inchiesta sui rimborsi. Chiodi ha spiegato di aver separato la vita privata da quella istituzionale e, quindi, di non aver influito sulla nomina della consigliera che, nel frattempo, ha citato la Regione di fronte al Tar. Marinelli, attraverso il suo legale, si è rivolta al Tribunale amministrativo lamentando che un progetto, presentato all’assessorato al Lavoro di Paolo Gatti e già finanziato con 80 mila euro, sarebbe stato rinviato indietro. Il progetto riguardava lo sviluppo delle pari opportunità nelle aziende e doveva essere sviluppato attraverso il sostegno dell’Unidav, l’Università telematica Leonardo da Vinci, il campus online dell’università d’Annunzio. Che cosa accade? La donna presenta il progetto all’assessorato delle Politiche attive del lavoro ma l’ufficio si rende conto di un errore tecnico nella presentazione del progetto: l’assenza della firma digitale e, così, revoca in autotutela l’autorizzazione. Alla consigliera delle Pari opportunità quella revoca sarebbe apparsa come una “scusa”, una presa di distanza dal progetto e, così, la consigliera si è rivolta al Tar chiedendo appunto di tornare indietro, di revocare il provvedimento adottato alla Regione. Se l’inchiesta bis è ancora agli albori, sono già iniziati gli interrogatori che riguardano il fascicolo madre che ha messo sotto accusa 25 amministratori, tra cui nove assessori e mezzo consiglio. Dopo il presidente e alcuni assessori, lunedì 10 sarà la volta del presidente del consiglio regionale Nazario Pagano e dell’assessore Carlo Masci presentarsi di fronte ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli.