PESCARA Dal volante alla scrivania, la busta paga ci guadagna. Ma il contribuente no. Sul caso degli autisti «raccomandati e imboscati in ufficio» l’Ugl Autoferrotranvieri minaccia battaglia alla Sangritana e accusa: «L’azienda di trasporto pubblico è gestita secondo criteri clientelari, in barba alle regole e con disparità di trattamento tra i lavoratori».
Su 350 dipendenti, 98 sono impiegati e 25 hanno la qualifica di quadro. Ma evidentemente la dirigenza non considera sufficiente il personale amministrativo, se ricorre agli autisti per sbrigare il lavoro di ufficio. «Ecco che cosa succede - racconta Giuseppe Lupo, segretario regionale dell’Ugl Autoferrotranvieri -: alcuni conducenti, concluso il turno di tre ore, per esempio quello delle sei del mattino, vengono utilizzati in amministrazione durante la successiva pausa di due-tre ore in cui non ci sono corse. La pausa non è retribuita; viene invece pagato come straordinario il lavoro svolto in ufficio durante la pausa». Serve davvero sborsare questi soldi - si chiede il sindacato - o non si tratta piuttosto di un generoso regalo, fatto col denaro della Regione, a dipendenti amici? Amici della dirigenza della Sangritana? «Ma, piuttosto direi vicini a qualche sigla sindacale... » risponde vago Lupo. Gli straordinari degli autisti alla scrivania non sono l’unica anomalia dentro Sangritana. «Non viene neppure rispettata la rotazione del personale viaggiante su tutti i turni di servizio, prevista invece dal contratto nazionale - dice Lupo -. Ci sono conducenti che ottengono sempre i turni più comodi oppure quelli più ricchi, che includono cioè le trasferte, meglio retribuite». L’Ugl ha proclamato adesso lo stato di agitazione ed è pronta ad arrivare allo sciopero se l’azienda non abbandonerà questa condotta a dir poco disinvolta. Ma gli sprechi non si fermano qui. «Scellerata è la scelta di spendere 11 milioni di euro per ristrutturare la stazione di Castel di Sangro in vista di un collegamento ferroviario dall’Adriatico al Tirreno - spiega il sindacalista -. Peccato però che la linea da Lanciano a Castel di Sangro sia dismessa: i treni non passano più. A che cosa serve una stazione nuova di zecca senza treni? Me lo sto chiedendo da settimane e non riesco a darmi una risposta. C’è sicuramente qualcosa dietro, la politica c’entra di sicuro...».
E la politica c’entra di sicuro anche nella mancata riforma del trasporto pubblico in Abruzzo. Una riforma varata dalla Regione ormai tre anni fa ma rimasta solo sulla carta: la fusione di Sangritana, Arpa e Gtm nell’azienda unica resta una chimera. L’Ugl Autoferrotranvieri difende l’assessore Giandonato Morra: «Persona correttissima, voleva fare grandi cose. Ma evidentemente la sua maggioranza non gliel’ha permesso». La difesa delle poltrone, e dei propri orticelli elettorali, ha avuto la meglio sul riordino del settore e sui risparmi che avrebbe prodotto. «L’unificazione delle aziende favorirebbe economie di scala - spiega Lupo -. Quando si fa un appalto per il gasolio, un conto è comprarne un milione di litri, un altro il doppio. Lo stesso discorso vale per l’acquisto delle gomme. Con la società unica inoltre non ci sarebbero inutili duplicazioni di ruoli e funzioni, a partire dai direttori generali».
Ma invece di tagliare i costi, li si aumenta. È di un mese fa la notizia che la Saga, che gestisce l’aeroporto, ha assunto due operatori da assegnare a un punto informativo dentro lo scalo. A pagare lo stipendio ai due addetti è però la Gtm, a cui l’Ugl imputa anche altri sprechi come l’affidamento all’esterno della manutenzione del parco rotabile nonostante disponga di un’officina attrezzata con tanto di personale qualificato. Neppure l’Arpa sfugge all’impietosa radiografia del sindacato. L’azienda è al verde, i dipendenti vengono pagati in ritardo. «Ma a fronte di tre bilanci consecutivi in rosso - commenta Lupo - nessuno dei dirigenti è stato mandato a casa. Anzi: per loro è sempre arrivato puntuale anche il premio di risultato!».