PESCARA Nel centrosinistra abruzzese vanno tutti insieme appassionatamente. Anzi, in Toto. A sostenere Luciano D'Alfonso candidato unico alla presidenza della Regione (Stefania Pezzopane sempre più vicina a defilarsi) c'è infatti anche Daniele Toto, coordinatore nazionale di Fli dopo un passato in An con Gianfranco Fini, e nipote di Carlo Toto, patròn dell'Autostrada dei parchi, che con D'Alfonso vanta un lungo rapporto amicale e professionale. Un sodalizio tanto solido che è entrato nel calderone del processo più importante a carico dell'ex sindaco di Pescara. Parliamo di "Housework", dove furono messi nel mirino i voli di AirOne gentilmente offerti da Toto senior. Da capo del Comune pescarese, inoltre, D'Alfonso aveva chiuso con Toto l'accordo per la gestione dei parcheggi a pagamento in città, un'intesa di durata trentennale poi saltata per la retromarcia dell'Amministrazione di centrosinistra. A spaccare il capello in quattro si dirà che zio e nipote sono due persone diverse e che Carlo non c'entra nulla con Daniele. Ma vallo a spiegare ai duri e puri del centrosinistra, e del Pd, che vedono come il fumo negli occhi queste parentele. Daniele Toto, però, non è il solo nome che darà esca agli avversari di D'Alfonso. Nella coalizione di centrosinistra che si presenta ufficialmente oggi (sala "Corradino D'Ascanio" del Consiglio regionale, piazza Unione, ore 12), chiamata appunto «Insieme il nuovo Abruzzo», ci sono i segretari regionali del Pd Silvio Paolucci, Daniela Santroni di Sel, Massimo Carugno dei Socialisti italiani, appunto Daniele Toto di Fli e, buon ultimo, l'ex senatore dell'Italia dei valori Alfonso Mascitelli, che di battaglie contro le candidature degli indagati ne ha fatte. Ora ai dipietristi, e non solo, verrà il mal di pancia nel vederlo schierato al fianco di chi di pesi giudiziari ne ha a iosa, benché finora ne sia uscito immacolato. Per D'Alfonso, che è già ripartito di slancio col suo Tir delle idee dopo un breve pit stop in tribunale, queste sono quisquilie non degne nemmeno di essere commentate. Roba da "cacadubbi", come direbbe lui, tant'è che fa spallucce e tira dritto, petto in fuori e fronte alta, sorrisone a trentadue denti che solo le battaglie giudiziarie hanno messo a dura prova, ma non spento. Il centrosinistra esce allo scoperto nel giorno in cui Stefania Pezzopane, che ritiene di aver i sondaggi a proprio favore, dovrebbe sciogliere la riserva se candidarsi oppure no alle primarie. Ma il silenzio della senatrice Pd è quasi a un assenso alla volontà di defilarsi dalla tenzone. D'Alfonso rimane l'unico in lizza, per ora e anche per dopo, in quanto sarà difficile per il centrosinistra trovare un altro competitore all'altezza, soprattutto uno che abbia voglia di rischiare la figuraccia. Di questo passo, finirà che le primarie saranno un allenamento o che, addirittura, non si terranno proprio. L'uomo che getta ponti e progetta infrastrutture mirabolanti per l'Abruzzo che verrà è troppo ingombrante per amici e avversari. E allora il centrosinistra scommette su di lui. In toto.