L’AQUILA Pensare che la ciclicità sia una fenomeno esclusivamente storico si sbaglia. Al secondo piano di Villa Gioia ci sono idee e pensate che di tanto in tanto ricorrono e che vengono gettate nell'arena mediatica per aprire dibattiti e discussioni che diventano vere e proprie armi di distrazioni di massa. Mentre la città attende dall'Amministrazione risposte su argomenti cardine per la ricostruzione (urbanistica, lavoro, pianificazione del futuro) il sindaco Massimo Cialente, sui media on line, tira fuori dal cilindro un'idea che aveva già lanciata nel 2010, come facilmente constatabile in una video intervista consultabile sul web: quella di un referendum cittadino sul futuro dell'aeroporto. Un'implicita ammissione di responsabilità nella gestione di una vicenda finora costellata di insuccessi, figuracce e tanti, tanti, dubbi. La fantozziana messinscena del volo dimostrativo da Roma a Preturo è ancora viva nella memoria di una collettività che ancora si interroga sull'utilità e l'opportunità di una struttura ferma al palo. Per provare a caprine di più la Procura ha aperto anche un'indagine per fare luce sulla gestione della struttura nel corso degli anni, attualmente affidata con una convenzione ventennale alla società Xpress. Per ora si sa una trentina dei sessanta lavoratori assunti sono stati già mandati a casa, che il finanziamento regionale da 880mila euro destinato proprio alle assunzioni è stato revocato a causa dei requisiti minimi necessari per il finanziamento e che nessuna compagnia aerea per ora ha dimostrato un interesse concreto ad attivare una linea da e per il capoluogo. Così come è noto che sull'aerostazione sono già stati investiti parecchi milioni, sempre di soldi pubblici (nonostante sia stato più volte affermato, con orgoglio, che si tratta di una struttura privata), per farne un punto di riferimento per la Protezione civile nel centro Italia, ipotesi che specialmente dopo il G8 del 2009 sembrava più che concreta.
Gli ultimi soldi, del Comune, sono stati stanziati per organizzare le iniziative legate al volo di dicembre con la Capitale. Dopo tutto questa paccata di fondi spesi sul "Giuliana Tamburro" Cialente ha pensato bene di chiedere ai suoi concittadini cosa fare di questa cattedrale nel deserto, magari per prendere uno spunto degno di nota che vada oltre le ipotesi di costruzione di un nuovo centro commerciale. Perché per ora gli spazi della zona ovest della città sono destinati, nelle intenzioni della società di gestione, ad ospitare un outlet e un'area fieristica. Magari potrebbe essere interessante capire cosa ne pensano anche gli altri abruzzesi dell'utilità di un nuovo aeroporto, visto che quello che c'è è a rischio declassamento nonostante i numerosi passeggeri che vi transitano (comunque in calo rispetto al passato) ed i voli internazionali. Qui il campanile non c'entra nulla. E' una questione economica, oltre che di buon senso. Ricorrere ai referendum popolari vuol dire ricusare ciò che si è fatto finora e nascondersi dalle proprie responsabilità.