Scalo dei Parchi: Confindustria vuole rimanere con i piedi per terra. In occasione della prima riunione con la Xpress (gestore dello scalo), tesa a verificare la domanda dell’imprenditoria locale sui voli, il responsabile ricostruzione degli industriali, a nome del presidente Fabio Spinosa Pingue, ha espresso ufficialmente «criticità» in relazione all’operatività dell’aeroporto. Una esternazione che ha fatto imbufalire il sindaco Massimo Cialente che ha reagito con una provocazione: «Chi è contro l’aeroporto lo dica chiaramente - ha tuonato - vediamo cosa ne pensa la città, magari attraverso un referendum». «È evidente - ha chiarito Cialente - che la mia era una provocazione». Anche se la stessa assessore Iorio aveva preso l’esternazione del sindaco per autentica, arrabbiandosi non poco. Del resto non potrebbe che essere altrimenti visto che sarebbe ormai troppo tardi per tornare indietro. In ballo c’è un affidamento della gestione ventennale alla Xpress, ci sono poi 600 mila euro versati cash dal Comune. Inoltre, se gli aquilani dovessero dire no allo scalo, la Corte dei Conti partirebbe all’attacco contro il Comune, anche la Xpress potrebbe chiedere danni milionari all’amministrazione. Nonostante ciò Confindustria ha il dente avvelenato soprattutto per «il mancato coinvolgimento nelle fasi di sviluppo dello Scalo - spiega Rainaldi - Ci chiamano solo ora che devono vendere i biglietti».
«La nostra perplessità deriva dalla necessità di capire - continua Rainaldi -. Da imprenditori comprendiamo che questo scalo non può avere i numeri per offrire margini di guadagno. Non è che non vogliamo l’aeroporto, pretendiamo però che non sia una cattedrale nel deserto e che funzioni». Rainaldi intende, tuttavia, portare avanti una linea costruttiva sulla questione. «Siamo disposti a fare un Cda all’interno dello Scalo per scandagliare fino in fondo la questione e verificare quali sono le posizioni». In occasione della riunione sarebbe emersa anche una posizione non proprio granitica anche da parte della Camera di Commercio. Sorge però il sospetto che anche dietro quest’ultima querelle si celi un problema politico o peggio campanilistico. Dal canto proprio il sindaco prevede nel lungo periodo grandi prospettive per lo scalo in termini di turismo, business e collegamenti fra piccole città, stigmatizzando la solita visione miope del territorio che riporta con la memoria al dibattito all’ultimo sangue sulla realizzazione dell’autostrada tanti anni fa. «Io tengo moltissimo allo scalo - spiega - è stato inserito nel piano strategico ed è una delle linee di sviluppo della città».
Tornando all’istituto del referendum previsto dallo Statuto comunale, se quello sullo scalo è solo una provocazione, il primo cittadino intende invece attivarlo per lo sviluppo del Gran Sasso e la pedonalizzazione del centro storico. «Dove metteremo le 2.500 automobili dei residenti? - chiede - Non si può tornare ad occupare le piazze del centro. È necessario decidere sulla realizzazioni di parcheggi interrati al di sotto di piazza Duomo e della fontana luminosa».