"Le scelte dovranno essere fatte con la partecipazione dei cittadini. Ve lo annuncio in anteprima: credo molto nello strumento del referendum. Avremo da prendere delle decisioni difficili, decisive: il destino di Collemaggio, del San Salvatore. La partecipazione è complicata: ci deve essere una grande informazione, un grande dibattito".
Parole del sindaco Massimo Cialente, datate dicembre 2010, in una intervista rilasciata alla 'Media Crew CaseMatte' (nel video, al minuto 8:30). Il primo cittadino accennò alla possibilità di un referendum anche nel febbraio 2013, nel pieno delle polemiche scatenate dal paventato progetto di galleria commerciale sotterranea, con annesso parcheggio, nelle viscere di Piazza Duomo.
E torna a parlare di consultazioni popolari in questi giorni. Come fosse una novità. "Lancerò un referendum cittadino sull’aeroporto di Preturo, è giusto che la popolazione dell’Aquila dica la sua e scelga sui temi strategici per il futuro", ha confermato il primo cittadino ai giornalisti di AbruzzoWeb. Non solo. Cialente ha ipotizzato una chiamata al voto della città anche per stabilire il futuro del Centro turistico del Gran Sasso, la pedonalizzazione del centro storico, la nascita e il destino dell’urban center.
Staremo a vedere. Certo è che parlare di referendum per stabilire il destino dello scalo "Giuliana Tamburro" pare, oggi, fuori tempo massimo. Un passo indietro assolutamente inatteso, se è vero che il primo cittadino - fino a qualche settimana fa - ha supportato e difeso l'avventura commerciale dello scalo aquilano. Nonostante i tanti dubbi sulla sostenibilità dell'operazione.
Ricorderete la conferenza stampa di fine settembre, con il sindaco furente per la lettera del Ministero dei Trasporti che chiedeva ulteriori approfondimenti prima del via libera all'inaugurazione dello scalo. Il primo cittadino non mancò di denunciare trame poco chiare per affondare l'aeroporto dell'Aquila. Senza tentennamenti e scomodando persino Lorenzo Natali, il politico che sostenne con fermezza - non senza polemiche, anche allora - la costruzione dell'autostrada A24, tra L'Aquila e Roma. Come se l'aeroporto fosse - per il futuro della città - infrastruttura assolutamente necessaria.
Cosa è accaduto, dunque, nelle ultime settimane? Difficile a dirsi. E' possibile che ad incrinare le granitiche certezze dell'amministrazione sia stata la notizia dell'inchiesta avviata dalla Procura dell'Aquila sullo scalo di Preturo. L’indagine, della quale si starebbe occupando la Procura distrettuale antimafia, sarebbe partita da una serie di esposti sulla annosa vicenda dello sfratto dell'Aeroclub e arriverebbe sino ai giorni nostri, con la gara di appalto che ha affidato la gestione ventennale dello scalo alla Xpress di Giuseppe Musarella. L'imprenditore calabrese si è detto assolutamente tranquillo e sereno perché l'inchiesta non sfiorerebbe affatto la sua società.
"Sappiamo solo quello che hanno scritto i giornali, notizie molto vaghe. Si sa che c’è un’indagine e l’amministrazione è ben felice che ci sia, nel senso che se c’è qualcosa da chiarire si chiarirà nelle sedi opportune", ha sottolineato l'assessora Emanuela Iorio, a cui è stata affidata la delega allo sviluppo dell'aeroporto.
E' egualmente possibile che la Giunta Cialente sia preoccupata dal mancato 'decollo' dello scalo di Preturo. Pensate al boarding pass pubblicato sul sito internet dell'aeroporto 'Giuliana Tamburro' - ancora oggi in manutenzione - che invitata i cittadini aquilani a compilare un questionario indicando dove si sarebbe preferito volare. Con la promessa - pubblicità ingannevole, verrebbe da dire - di uno sconto sul 'primo volo'.
Era l'inizio di giugno: sono passati 8 mesi e, da allora, abbiamo raccontato del solo volo dimostrativo del 19 dicembre, un evento mediatico organizzato a uso e consumo della stampa locale e di qualche politico. Mezza giornata e più per volare da Ciampino a Preturo.
Sono state annunciate molte inaugurazioni, in questi mesi: "Si volerà entro la metà di agosto", disse Musarella nel corso di una elegante conferenza stampa organizzata nella sala "Caduti di Nassirya" del Senato della Repubblica. Con tanto di video promozionale che non mancava qualche frecciata ai quotidiani locali. Niente. Saltò tutto. Arrivò presto, però, una nuova inaugurazione, con gli inviti già pronti per un grande party di fine settembre. Se non fosse che, di lì a qualche giorno, spuntò il diniego del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Voli rimandati, di nuovo. E Cialente infuriato.
Poi il volo di dicembre, annunciato in un incontro al resort di Santi di Preturo, con la Xpress che chiarì finalmente che non ci sarebbe stato alcun volo commerciale con Firenze o Milano, piuttosto voli charter a corto raggio per destinazioni ancora tutte da individuare. "Compito della Xpress è gestire al meglio un bene dell'amministrazione", sottolineò Musarella. "Occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria. Abbiamo messo l'aeroporto nelle condizioni di poter decollare, ora toccherà a tutti i soggetti istituzionali e imprenditoriali del territorio far in modo che lo scalo sia appetibile per una compagnia". A dire: siamo la società di gestione, non chiedeteci di trovare una compagnia interessata a volare su Preturo.
Chi dovrà occuparsene, dunque? Nei giorni scorsi, sono stati organizzati degli incontri con le categorie e gli ordini professionali per discutere del futuro dello scalo. E non sono mancati i dubbi. In particolare, è arrivato il 'no' inatteso di Confindustria, per bocca di Ezio Rainaldi: "Fa un certo effetto sapere che Rainaldi abbia espresso la sua contrarietà all’aeroporto", ha spiegato Cialente in una intervista a 'Il Centro'. "Tanto più - ha aggiunto - che dal mondo dell’imprenditoria abbiamo sempre ricevuto l’invito a far decollare il nostro aeroporto".
Poi, ancora un riferimento a Natali: "Sta accadendo ora quello che accadde anni fa quando persone lungimiranti decisero di realizzare l’autostrada. Anche allora c’era chi si diceva contrario a quell’opera che, invece, ci ha permesso di uscire dall’isolamento in cui ci trovavamo. L’aeroporto oggi è una infrastruttura indispensabile. In questi anni siamo riusciti a risolvere tutti i problemi dello scalo strangolato da vecchie querelle giudiziarie. Oggi l’aeroporto ha tutte le autorizzazioni e le certificazioni necessarie per i voli commerciali e cosa importante è che la gestione non è legata all’erogazione di fondi pubblici. Ma il territorio dovrà dare risposte, dovrà dire se vuole che questo aeroporto cominci a funzionare".
Parola ai cittadini, dunque. "Spero che ciò possa avvenire attraverso l’apertura di un dibattito a più voci. E non escludo affatto la possibilità di arrivare a un referendum". Chissà cosa risponderebbero gli aquilani.
Resta una domanda, banale nella sua semplicità: non si poteva pensar prima di coinvolgere la cittadinanza? Se si dovesse davvero arrivare al referendum - non ci scommetteremmo un euro, in realtà - e gli aquilani esprimessero la loro contrarietà allo scalo commerciale di Preturo, come potrebbe uscirne l'amministrazione?
Siamo nel campo delle ipotesi, evidentemente. Ci sono delle certezze, però. Il Comune dell'Aquila ha assicurato alla Xpress 600mila euro in 3 anni. Inoltre, ha stanziato 10mila euro per iniziative di marketing - tutt'altro che chiare - in occasione del volo dimostrativo di dicembre. Soldi buttati via, se l'aeroporto non dovesse decollare. Non solo. Un progetto di cooperazione transfrontaliera - risalente al 2011 - ha permesso all’Aeroporto dei Parchi di aggiudicarsi altri 197 mila euro di finanziamenti europei. Si tratta dell’Air.Net project (“Regional AIRports NETwork for a common economic space for the mobility of people and goods”), finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Ipa Adriatico, attivo nel campo dello sviluppo sostenibile e della cooperazione nella regione adriatica. Che fine farebbero questi soldi?
E ancora. La Xpress è tra le 4300 imprese finanziate con i fondi relativi alla Zona Franca Urbana, istituita dal Governo con il decreto del 26 giugno 2012. Ha ottenuto 10mila e 445euro. Altri 20mila euro per la Quazim srl, società nata nel 2007 che si colloca nel mercato immobiliare e di partecipazioni in società attive in business strategici. Che c'entra con la Xpress e con l'aeroporto dei parchi, potreste chiedervi: Quazim partecipa in aziende del settore della movimentazione merci via aerea ed è azionista della Xpress al 94%. Insomma, parliamo di un bel po' di quattrini.
Poi c'è il discusso bando 'Lavorare in Abruzzo 3': la società chiamata a gestire l'aeroporto per i prossimi vent'anni, aveva ottenuto 880mila euro per l'assunzione di 60 giovani del territorio. La Regione Abruzzo, però, ha revocato il finanziamento per numerose irregolarità tecniche riscontrate nella documentazione presentata dalla Xpress. E nel frattempo, 35 dei 60 lavoratori assunti sono già stati licenziati. Speranze di lavoro andate in fumo dopo qualche settimana. I fortunati ancora a libro paga, sono stati spediti in giro per l'Italia.
Infine, il piatto ricco: 2milioni e 800mila euro di Fondi Fas per il potenziamento delle strutture aeroportuali di Preturo. Soldi stanziati dalla Regione nella logica di rendere lo scalo un aeroporto di riferimento per tutte le attività di Protezione Civile. Al contrario, il Comune dell'Aquila ha deciso di perseguire il sogno del volo commerciale. Ed è arrivata la Xpress. I soldi, però, sono ancora lì in attesa di essere dirottati su Preturo. Un piatto che fa gola, senza dubbio.
Insomma, il referendum sembra davvero una scelta tardiva. Sta di fatto che l'amministrazione Cialente chiama oggi ad esprimersi la città. E, parafrasando il primo cittadino, la partecipazione è pratica complessa. C'è la necessità che la cittadinanza sia informata. Dunque, il primo passo potrebbe essere rispondere con chiarezza all'interrogazione sull'aeroporto presentata in data 26 novembre 2013 dal gruppo consiliare di Appello per L'Aquila.
Una risposta era attesa già ad inizio gennaio, nel primo consiglio comunale dell'anno: l'assessora Iorio, però, fu impossibilitata per 'motivi personali'. Poi, la bufera scatenata dall'inchiesta 'Do ut Des' con le dimissioni - presto revocate - del primo cittadino.
L'articolo 43 del Testo Unico degli Enti Locali, però, al comma 3, stabilisce che "il sindaco o il presidente della provincia o gli assessori da essi delegati rispondono, entro 30 giorni, alle interrogazioni e ad ogni altra istanza di sindacato ispettivo presentata dai consiglieri". Siamo ben oltre il tempo stabilito: sono passati due mesi e mezzo.
Aspettiamo fiduciosi, certi che le risposte arriveranno nel prossimo Consiglio comunale e che faranno chiarezza su alcuni aspetti ancora oscuri. Sarà più semplice, così, chiedere ai cittadini di esprimersi sul futuro dello scalo.