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Data: 10/02/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Rimborsopoli d'Abruzzo - Viaggi, donne e hotel Pagano davanti ai pm. Il presidente del Consiglio indagato per truffa e peculato va oggi in Procura Deve chiarire sugli alberghi lussuosi a Venezia e Roma a spese della Regione

PESCARA Ha trascorso la scorsa settimana in silenzio, partecipando alla conferenza del presidente della Regione Gianni Chiodi senza intervenire e, oggi alle 16, sarà il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano a spiegare ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli perché, nelle sue missioni istituzionali, avrebbe preferito alberghi di lusso a cinque stelle in cui, secondo il regolamento, non avrebbe potuto soggiornare e a spiegare anche perché, in quei soggiorni, ci sarebbero state persone estranee ai fini istituzionali. Dopo la prima sfilata di politici in procura, gli interrogatori per l'inchiesta sui rimborsi indebiti ripartono oggi con il secondo “big” coinvolto nell'inchiesta: perché se al presidente della Regione Chiodi i carabinieri del Nucleo investigativo guidati da Eugenio Stangarone contestano la cifra più alta di circa 30 mila euro, al presidente del consiglio Pagano viene contestata la seconda somma più elevata di circa 15 mila euro. Pagano va in missione a Miami, a Caracas, a Toronto ad Amsterdam, Lussemburgo, Venezia e Roma. Sono in particolare due le mete italiane dove, per l'accusa, Pagano avrebbe ospitato a spese delle Regione alcune amanti. Il 16 e il 17 giugno 2012 il presidente alloggia a Venezia nell'hotel Monaco & Grand Canal dove paga con la carta di credito della Regione 728 euro. Per l'accusa in quel soggiorno Pagano avrebbe alloggiato «unitamente ad altra persona» e avrebbe omesso di dichiararne la presenza offrendole una notte a spese della Regione. Due mesi dopo, il 29 agosto 2012, il presidente torna a Venezia dove dorme ancora «unitamente ad altra persona» nello stesso hotel al costo di 369 euro a notte. Poi, sempre secondo l'accusa, i due avrebbero mangiato al ristorante Rosa Rossa spendendo 50 euro e il presidente, dicono ancora i pm, avrebbe «omesso di comunicare che c'era un'altra persona». Nell'accusa di peculato c'è, poi, un terzo episodio in cui il presidente avrebbe dormito il 9 ottobre 2012 all'hotel Navona Palace a cinque stelle di Roma al costo di 232 euro e, dicono i magistrati, nel chiedere il rimborso avrebbe di nuovo nascosto «la presenza di un'altra persona in albergo». Se da un lato Pagano avrebbe usato, secondo l'accusa, la carta di credito della Regione non per fini istituzionali e offrendo ospitalità ad alcune amanti, dall'altro il presidente oggi si difenderà dall'altra accusa di truffa: quella di aver scelto varie volte alberghi a cinque stelle dove, secondo il regolamento della Regione, il presidente non avrebbe potuto soggiornare. A fine novembre 2009 il presidente parte per il Venezuela e per la Florida, viaggi che per l'accusa sono motivati in maniera troppo generica con la dicitura “incontro istituzionale”. A Miami il presidente è accusato di aver dormito all'hotel Delano a cinque stelle al costo di 327 euro a notte e a Caracas sempre in un albergo di lusso, l'hotel Eurobuilding al costo di 213 euro. Poi il presidente, sempre per l'accusa, si sarebbe recato a Toronto dormendo al Four Season 5 stelle da 284 euro a notte, all'hotel Des Indes 5 stelle di Amsterdam da 383 euro a notte e in Lussemburgo per 170 euro. In questi casi, dice l'accusa, il presidente del consiglio regionale avrebbe «omesso di dichiarare che le strutture ricettive erano della categoria lusso». Come aveva fatto Chiodi durante il suo interrogatorio, è probabile che anche Pagano porterà ai pm tutta la documentazione - ricevute e fatture - per dimostrare la sua estraneità alle accuse, per dire che quelle missioni erano istituzionali e non ci sarebbe stata nessuna “cresta” sulla richiesta di rimborsi. Dopo Pagano sarà l'assessore regionale al Bilancio Carlo Masci a salire alle 17.30 al quarto piano della procura. Per i tanti consiglieri finiti nell'inchiesta gli interrogatori inizieranno invece mercoledì dalle 9.

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