PESCARA Antonello Ricci ha detto no. L’amministratore del gruppo Maresca, ieri, ha rotto il silenzio per annunciare che non si candiderà a sindaco. «Il mio senso di reponsabilità non mi consente di lasciare un lavoro a metà», ha spiegato riferendosi alla sua attività di manager. Una doccia fredda per quella parte del centrosinistra che sperava nella scesa in campo del manager, considerato una candidatura forte per battere il centrodestra alle prossime elezioni comunali. Invece Ricci, dopo una lunga e tormentata riflessione, ha rifiutato l’offerta avanzata da alcuni esponenti del Pd. «Ringrazio le tante persone che in queste settimane mi hanno chiesto un impegno diretto per la mia città», ha affermato, «non è stato facile per me dare una risposta». E il no di Ricci ha già riaperto la ricerca di altri candidati. Fonti bene informate raccontano che sarebbe stato contattato di nuovo il direttore della Cna Abruzzo Graziano Di Costanzo, il quale avrebbe rifiutato ancora una volta la candidatura alle primarie. Un no era arrivato nei giorni scorsi anche dal presidente regionale della Confesercenti Bruno Santori. Quattro rifiuti nel giro di poche settimane. A questo punto, a otto giorni dalla scadenza dei termini per presentare le candidature alle primarie, in programma per domenica 9 marzo, sono tre i candidati sicuri: il capogruppo del Pd in Comune Moreno Di Pietrantonio, l’ex assessore comunale dell’Udc, ora di Centro democratico, Vincenzo Serraiocco e l’ex vice presidente della Regione Enrico Paolini. Quest’ultimo, ha accettato la proposta di candidarsi giunta dagli iscritti al circolo del Pd di Porta Nuova. Ai tre si dovrebbe presto accodare il consigliere comunale del Pd Antonio Blasioli, che però non ha ancora sciolto la riserva. Attende, probabilmente, la conclusione della serie di incontri con alcuni giovani del partito e della società civile. Ben peggiore la situazione nel centrodestra completamente bloccato nella scelta del candidato sindaco. Lo scontro tra Luigi Albore Mascia e Guerino Testa ora rischia di farsi ancora più aspro, perché quest’ultimo è intenzionato a ritirare le dimissioni, da presidente della Provincia, presentate circa due settimane per avere l’opportunità di correre alle elezioni regionali, nel caso non dovesse farcela a candidarsi a sindaco. Con la revoca delle dimissioni, che dovrebbe avvenire entro il termine fissato per giovedì prossimo, Testa si precluderebbe l’eventuale alternativa delle regionali per concentrarsi esclusivamente sulle elezioni comunali. Mascia ha fatto la stessa scelta ancora prima di Testa, rinunciando a presentare le dimissioni dalla carica di sindaco. Nessuno dei due contendenti, del resto, vuole fare un passo indietro per consentire alla coalizione di ricompattarsi su un solo candidato. Forza Italia, seppur non con eccessiva convinzione, continua a sostenere Mascia. Lo stesso fanno Pescara futura e Fratelli d’Italia. Mentre il Nuovo centrodestra punta su Testa. L’Udc, invece, non ha espresso preferrenze. Ha posto solo il veto sul bis di Mascia. A questo punto, le primarie sembrano l’unica strada per uscire dall’impasse e non è escluso che a vincere possa essere un terzo candidato: Berardino Fiorilli.
Il manager: «Non posso lasciare il lavoro»
PESCARA «Ciò che mi crea maggiore sofferenza per questa decisione è l’idea di non poter fare qualcosa per la mia città». Così Antonello Ricci, manager ed ex dirigente del Pci, spiega la sua sofferenza per il no alla candidatura a sindaco. Ha aspettato un mese e mezzo per dare una risposta e in tutto questo tempo ha riflettuto a lungo, ha combattuto con se stesso tra il desiderio di tornare a fare politica dopo vent’anni, con il solo scopo di fare qualcosa per la città e la voglia di continuare la sua attività ventennale di amministratore del gruppo Maresca. Ha prevalso quest’ultima. Dottor Ricci, è stata una decisione molto sofferta? «Sì, è stata una decisione difficile. Ci ho messo del tempo a dare una risposta non certo perché aspettavo qualcosa. Ringrazio, comunque, le tante persone che in queste settimane mi hanno chiesto un impegno diretto per la mia città. Sentire così tanta fiducia mi ha riempito d’orgoglio e di responsabilità. Ho avvertito e avverto il dolore per una città che rischia di spegnersi per la mancanza di idee e di coraggio. E provo un senso di sconfitta ogni volta che chiude un’attività o un talento non riesce ad emergere». Perché ha detto no alla candidatura a sindaco? «Io, da più di vent’anni, sono impegnato in un’azienda che assorbe gran parte delle mie energie e ho la fortuna di lavorare con persone che mi hanno insegnato molto di quello che so fare. Il mio senso di responsabilità non mi consente di lasciare un lavoro a metà. Per questo, non posso dunque accettare la proposta di candidarmi a sindaco». Non ha voglia di tornare a fare politica dopo vent’anni? «No, non tornerò più a fare politica. Non mi piace quello che c’è oggi, è un campo dove non ci sono più regole. Oggi la politica è troppo condizionata da interessi personali. Ripeto, se mi fossi candidato a sindaco sarebbe stato solo per fare qualcosa per la mia città. Pescara la sento sulla mia pelle, ma non si può essere bravi cittadini se non si valutano sino in fondo le conseguenze delle proprie azioni. È quella che Max Weber chiama etica della responsabilità». Che cosa può consigliare al futuro candidato sindaco? «Quando Bloomberg è stato eletto sindaco di New York si è posto subito il problema di creare ricchezza per la propria città. Ha puntato, in particolare, su tre obiettivi: rilanciare la ricerca per creare nuovi posti di lavoro; sviluppare la green economy; attrarre l’industria manufatturiera. In cinque anni sono stati creati 150mila posti. Ecco, il futuro sindaco di Pescara dovrebbe prendere esempio, potrebbe rilanciare il territorio puntando sulla green economy. Ha qualche nome da suggerire al centrosinistra come candidato sindaco? «No comment».
Testa: «Voglio sfidare Mascia alle primarie»
PESCARA Guerino Testa ha intenzione di ritirare le dimissioni, presentate circa due settimane fa, per rimanere presidente della Provincia sino alla fine del suo mandato. Un dietrofront che compromette di fatto la possibilità per Testa di candidarsi alle regionali. Ma il presidente della Provincia, ormai, ha deciso di puntare il tutto per tutto sulla candidatura a sindaco. «Voglio sfidare Luigi Albore Mascia alle primarie», dice. Il presidente della Provincia parla poi del suo sondaggio su Facebook, nel quale è risultato vincitore con quasi 500 voti, contro gli appena 24 del sindaco Mascia». Ma quel sondaggio ha suscitato qualche polemica. C’è addirittura chi sostiene che sia stato «taroccato», perché qualcuno non sarebbe riuscito a votare per Mascia. Presidente Testa, il centrodestra è spaccato in due: c’è chi vorrebbe candidare lei e chi Mascia. «La sola strada percorribile sembra essere quella delle primarie. Visto che non tutti sono d’accordo nel far fare un secondo mandato a Mascia, allora non resta altro che consultare i cittadini per avere una loro opinione». Ma lei se la sente di chiedere a Mascia di fare un passo indietro? «Assolutamente no, non spetta a me dire una cosa del genere. Per questo il mio partito, il Nuovo centrodestra insiste di andare alle primarie. Chi vince si candiderà a sindaco. L’importante è mantenere compatta la coalizione e questo risultato può darlo solo una consultazione popolare». Lei si sente già vincitore dopo i risultati del sondaggio su Facebook? «No, non ho gli strumenti per dire chi vincerà. Quel sondaggio è stato organizzato dalla stessa società che cura le mie pagine sul social network. È stato solo un modo per consultare gli iscritti su Facebook. Ma ci tengo a far presente che non hanno votato solo i miei amici, ma tutti, perché la pagina contenente il sondaggio è aperta a tutti». Il sondaggio, quindi, non vuole essere un’indicazione di voto per la scelta del candidato sindaco? «No, la scelta del candidato deve uscire dalle primarie, che a questo punto sono indispensabili. L’importante è portare la gente a votare. In questo modo i cittadini decideranno il candidato sindaco migliore per il centrodestra». C’è il rischio, però, che possa essere scelto un terzo. Pescara futura e Fratelli d’Italia hanno già detto che presentaranno loro candidati, se si dovessero fare le primarie. «Certo, con le primarie può vincere chiunque. Del resto, saranno aperte a tutti e chiunque, quindi, potrà candidarsi». Giovedì scade il termine per confermare o ritirare le dimissioni. Cosa farà? «Penso che le ritirerò. Tornerò a fare il presidente della Provincia e a concentrarmi sulle primarie».