ROMA Stop all’erogazione automatica dei maxi-crediti d’imposta del modello 730. La novità inserita nella legge di stabilità approvata a fine dicembre aveva dichiaratamente una funzione anti-truffe, ma la sua concreta applicazione sta portando qualche preoccupazione tra i contribuenti che ogni anno sfruttano la possibilità di farsi accreditare direttamente sullo stipendio le somme relative a detrazioni ed altre agevolazioni fiscali. Da quest’anno scatta un filtro nel caso di crediti d’imposta di importo superiore ai 4.000 euro. In questo caso la somma non sarà più erogata dal sostituto d’imposta ma dall’Agenzia delle Entrate, al termine di controlli «anche documentali» sulla spettanza delle detrazioni.
La correzione legislativa nasce da alcuni casi di frode sui quali ci sarebbero anche indagini penali in corso, relativi soprattutto a detrazioni per familiari a carico. In particolare risulta che siano state presentate richieste di rimborso non dovute da extracomunitari che dichiaravano un numero abbondante di figli, in accordo con organizzazioni che avevano ideato il raggiro. Di qui la scelta di intervenire prevedendo un nuovo meccanismo in caso di intercettare le situazioni potenzialmente anomale.
I CHIARIMENTI
Con la pubblicazione del modello 730 per il 2014, l’operazione è passata alla fase esecutiva. Ma in quali casi scatterà effettivamente il nuovo regime? L’Agenzia delle Entrate ha recentemente chiarito che il superamento della soglia dei 4.000 euro da solo non farà scattare i controlli: occorre anche che sia stato compilato il quadro relativo ai familiari a carico, oppure che sia stato richiesto il riconoscimento di eccedenze di imposta relativo ad anni precedenti (altra casistica menzionata dalla legge accanto a quella delle detrazioni per le famiglie). Dunque se non si verifica nessuna di queste due condizioni il rimborso avverrà con le modalità tradizionali, ovvero attraverso il sostituto d’imposta.
LE MAXI-DETRAZIONI
Naturalmente, a parte casi particolari (o quelli patologici), è piuttosto difficile che i 4.000 euro siano raggiunti con i soli sconti per carichi familiari (che anzi normalmente sono già state considerati dal sostituto d’imposta e dunque non producono credito in dichiarazione). Per cui la novità toccherà anche quei contribuenti che hanno detrazioni familiari magari per importi piccoli, in corrispondenza di redditi medio-alti, e poi un credito d’imposta consistente a causa di sconti per spese mediche, ristrutturazioni, riscatti di laurea, mutui o altre ancora.
I potenziali interessati non sono moltissimi, ma nemmeno pochi. Le stime non sono semplici data la necessità di incrociare situazioni diverse, ma su circa 18 milioni di contribuenti che presentano il 730 la novità potrebbe toccarne 100-150 mila. Per loro - una volta accertata l’assenza di intenzioni truffaldine - il rimborso sarà liquidato dall’Agenzia delle Entrate, direttamente sul conto del contribuente se questo avrà fornito l’Iban oppure tramite un vaglia della Banca d’Italia.
La preoccupazione principale per chi si troverà coinvolto in questo meccanismo riguarda i tempi. La legge dice che l’amministrazione finanziaria ha sei mesi di tempo dalla scadenza per la presentazione del 730 per fare i controlli e poi liquidare quanto spetta: dunque si arriverebbe a dicembre, mentre normalmente il rimborso arriva in busta paga a luglio. Ma l’Agenzia conta di essere più rapida e cita il precedente dei rimborsi diretti ai disoccupati che questo autunno sono stati lavorati in due mesi.