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Pescara, 25/11/2024
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10/02/2014
Il Centro
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Renzi: io premier ora, chi me lo fa fare? Il segretario smentisce la possibile “staffetta” a Palazzo Chigi. Letta lavora al rimpasto, ipotesi Epifani vice all’Economia |
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ROMA «Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perché dobbiamo andare a palazzo Chigi, chi ce lo fa fare?». Matteo Renzi, in un’intervista ad Agorà, Rai Tre, torna a ribadire il suo no a una staffetta con Enrico Letta a palazzo Chigi. E lo fa alla vigilia di una settimana cruciale per il destino della legislatura con l’Italicum che domani arriva alla Camera per il primo voto. Il passaggio è delicato. Il voto come da regolamento sarà segreto e il rischio che i veleni incrociati dentro e fuori dalla maggioranza facciano saltare l’accordo tra Renzi e Silvio Berlusconi è alto. Per questo, mentre Enrico Letta si è preso una domenica di riposo in famiglia per preparare il rilancio del suo governo e studiare il rimpasto prima dell’incontro con Giorgio Napolitano, Renzi è concentrato a blindare il voto dei deputati democratici. Alla pattuglia di renziani che siede a Montecitorio ha chiesto di essere presenti senza defezioni in aula e oggi dovrebbe incontrare tutto il gruppo Pd per scongiurare scherzi che, facendo saltare il tavolo delle riforme, aprirebbero la strada al voto. L’ipotesi di elezioni anticipate è di nuovo accarezzata da Silvio Berlusconi che sabato ha spiazzato un po’ tutti rivelandosi, lui che è sempre stato contrario alle preferenze, contrario a un parlamento di «nominati». Del resto anche il segretario del Pd dichiara di non temere il voto. Sono tre infatti gli scenari che Renzi immagina. «Se il governo mantiene gli impegni ha otto mesi davanti e noi collaboriamo come doveroso, o non ce la fa e allora si può andare a votare subito o subito dopo la legge elettorale, ce lo dicessero, io non ho paura delle piazze e delle elezioni, io in mezzo alla gente ci sto e non mi crea difficoltà fare campagna elettorale», avverte. La minoranza del Pd invece continua a pensare, come Gianni Cuperlo, che le elezioni anticipate siano «un grave errore» ma continua anche a chiedere a Letta un cambio di passo. «Serve un nuovo programma e noi ministri per una ripartenza» per un esecutivo che ha perso autorevolezza» dice Gianni Cuperlo. «Secondo Renzi il governo è fermo ed è vero, mentre il partito è in movimento, allora perché il nostro partito non rimette in moto anche l’esecutivo? Non possiamo restare a bagnomaria mentre il Paese affonda» rincara Cesare Damiano che come molti esponenti della minoranza preme perché Renzi accetti di guidare il governo. «Chi propone Matteo Renzi premier lo fa con lo spirito di quei democristiani che volevano far fuori un leader e lo proponevano a palazzo Chigi», frena però il renziano Davide Faraone. Rientrato da Sochi, Letta si è concesso una giornata in famiglia per sciogliere il rebus. Martedì salirà al Colle per spiegare al capo dello Stato cosa intende fare per rilanciare l’azione del suo governo. Il primo nodo da affrontare è quello del rimpasto e del programma. Il premier per ora pensa a un mini rimpasto temendo l’effetto domino che un vero rimaneggiamento potrebbe avere sulla tenuta dell’esecutivo. C’è da sostituire Nunzia De Girolamo all’Agricoltura e c’è da rimpazzare Stefano Fassina viceministro all’Economia. Di sicuro per il vice di Saccomanni, ministro inviso a gran parte della maggioranza ma ritenuto finora intoccabile per i rapporti con Bruxelles, Letta starebbe pensando a un politico di lungo corso, capace di ricucire il dialogo con le parti sociali. E tra i nomi che circolano con insistenza c’è anche quello di Guglielmo Epifani. Quanto al programma 2014 che Letta illustrerà a Napolitano e poi alla direzione del Pd prevista per il 20, il premier ribadisce che la priorità resta il lavoro, la creazione di nuovi posti di lavoro. Per questo il governo sta studiando sgravi fiscali per incentivare l’occupazione giovanile e delle donne.
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