PESCARA Gli alberghi sarebbero stati prenotati dalla segreteria e non direttamente da lui e il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano, per le sue spese, avrebbe usufruito di una legislazione speciale statale più ampia rispetto a quella del presidente della giunta. Seconda giornata di interrogatori, quella di ieri al tribunale di Pescara, dove Pagano è arrivato alle 16 entrando da un ingresso laterale per evitare i giornalisti e salendo al quarto piano della procura per sedersi di fronte ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, i titolari dell’inchiesta sui rimborsi che ha messo sotto accusa 25 amministratori che devono rispondere, a vario titolo, di peculato, truffa e falso. «Non prenotavo io». Quello del presidente del consiglio regionale è stato uno degli interrogatorio più rapidi: Pagano è rimasto nella stanza dei pm poco meno di una ventina di minuti per spiegare che lui non avrebbe approfittato dei rimborsi, non avrebbe fatto la “cresta” su pasti e alberghi riservandosi, poi, di depositare una corposa memoria. Il presidente del consiglio regionale deve rispondere di truffa, peculato e falso: per l’accusa avrebbe dormito in alberghi a cinque stelle in cui non poteva alloggiare e, in alcuni casi, avrebbe ospitato a spese della Regione persone estranee ai fini istituzionali. Secondo Pagano, accompagnato dal suo avvocato Giuliano Milia, gli alberghi sarebbero stati prenotati dalla segreteria e, comunque, le spese per gli hotel sarebbero state conformi ai prezzi di mercato. Sotto accusa ci sono, poi, tanti viaggi all’estero come a Miami, Toronto, Caracas, Amsterdam: viaggi che, per l’accusa, avrebbero avuto una motivazione troppo generica come quella di “incontri istituzionali”. Alle numerose missioni estere il presidente avrebbe risposto ricordando anche che nel 2011 e nel 2012 ha rivestito la funzione di presidente della conferenza delle assemblee legislative delle regioni d’Europa (Calre), carica che l’avrebbe portato spesso all’estero in «missione istituzionale». «Non ho sperperato denaro pubblico». L’interrogatorio di Pagano, a cui ha partecipato anche il capitano dei carabinieri Eugenio Stangarone che ha condotto le indagini, è durato poco e il presidente si sarebbe limitato a dare risposte generiche riservandosi poi di produrre una memoria. In una nota successiva il presidente ha descritto il clima dell’interrogatorio come «sereno» rivendicando anche, come ha scritto, «la ferma politica adottata di drastica riduzione dei costi della politica e delle spese di rappresentanza». «Queste ultime», ha scritto il presidente Pagano, «non solo sono sempre ampiamente contenute ben al di sotto del capitolo di bilancio ma negli ultimi due anni, rispetto a chi mi ha preceduto, sono passate dal vecchio importo di 200 mila euro del 2008, agli scarsi 20 mila attuali». Gli alberghi di lusso? I soggiorni con quattro donne a spese della Regione? E’ probabile che nella memoria difensiva Pagano andrà al cuore delle accuse fornendo documenti e fatture per difendersi dal peculato, dalla truffa e dal falso e da quella cifra di circa 15 mila euro di rimborsi indebiti che la procura gli contesta. La notte e il lavoro di grafica, verso l’acquisizione degli atti. In due alberghi di lusso a Roma e a Venezia, come recita il capo di imputazione, Pagano avrebbe alloggiato nel 2012 «unitamente ad altra persona» e, per l’accusa, avrebbe omesso di dichiararne la presenza offrendo alla donna un soggiorno a spese della Regione. E’ anche in quest’ambito che si muoveranno le indagini dei carabinieri perché è probabile che i magistrati vorranno vederci chiaro su un progetto grafico di quasi 800 euro affidato dal consiglio regionale a una grafica dopo una notte trascorsa con Pagano. L’incarico da 787 euro per un progetto on line e liquidato ai primi di febbraio del 2013 è, per il momento, estraneo all’inchiesta ma è probabile che i carabinieri acquisiranno gli atti così come hanno fatto per il presidente della Regione Chiodi e l’incarico di quattro anni affidato due mesi dopo una notte in albergo alla consigliera di pari opportunità Letizia Marinelli. Gli interrogatori nell’inchiesta sui rimborsi riprenderanno domani a partire dalle 9 con un’altra giornata fiume: in procura arriveranno 13 tra assessori e consiglieri finiti nell’inchiesta e accusati sempre di aver chiesto rimborsi indebiti o per cene o per alberghi. Terminati gli interrogatori, i pm faranno il punto della situazione valutando le posizioni e decidendo quando chiudere l’inchiesta.