«Io non c'entro niente con l'incendio della roulotte della Cgil». Ieri mattina l'unico indagato per il rogo che ha distrutto il mezzo di proprietą del sindacato ha negato ogni accusa. L'uomo č stato interrogato in Procura dal pm Giuseppe Falasca, che coordina le indagini portate avanti dalla Digos della Questura di Chieti. «Il mio assistito - conferma l'avvocato Marco Di Paolo - ha respinto ogni addebito. Non c'č nessun elemento oggettivo che, allo stato, possa far desumere una sua responsabilitą». L'indagato, come sottolinea il legale, ha riposto a tutte le domande del sostituto procuratore. La roulotte era parcheggiata nei pressi dell'abitazione di Carlo Petaccia, segretario provinciale della Filctem-Cgil. E a finire sotto inchiesta č stato proprio un vicino di casa del sindacalista. L'uomo, secondo quanto ricostruito, qualche settimana fa si č rivolto alla polizia municipale per lamentarsi della presenza del mezzo, in passato utilizzato come presidio mobile dai lavoratori della Sixty, al centro di una complessa vertenza che ha portato centinaia di licenziamenti. Dalle telecamere della General Sider, l'azienda a due passi dal punto dove si č verificato l'incendio, non sarebbero emersi indizi utili per individuare chi ha appiccato le fiamme. Quel che č certo č che, sulla natura dolosa dell'incendio, non ci sono mai stati dubbi. All'interno della roulotte, infatti, non erano presenti collegamenti elettrici o materiali che possano aver generato un'autocombustione.