PESCARA Ennesimo scossone nell’inchiesta per presunte tangenti in cui sono indagati l’ex assessore regionale Luigi De Fanis e la sua segretaria Lucia Zingariello, insieme ad altre due persone. Dopo il terzo no del giudice alla liberazione di De Fanis, gli avvocati dell’ex assessore chiedono che le dichiarazioni di Zingariello sulle presunte tangenti vengano cristallizzate nell’incidente probatorio: se la richiesta verrà accolta dal giudice per le indagini preliminari, Zingariello dovrà tornare al tribunale di Pescara e rispondere alle domande sui rapporti tra De Fanis e l’imprenditore Andrea Mascitti e sulle finalità dei viaggi a Roma e a Bologna. Quelle dichiarazioni, al contrario di quelle precedenti, saranno blindate: diventeranno una prova ed entreranno direttamente nel processo. La richiesta della difesa. Perché la difesa chiede l’incidente probatorio di Zingariello? Il 6 febbraio il tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza di scarcerazione di De Fanis, l’ex assessore che si trova agli arresti domiciliari dal 12 novembre. Per il giudice l’ex assessore, una volta tornato in libertà, avrebbe potuto fare pressioni sulla sua segretaria e indurla a cambiare versione rispetto a quella resa agli interrogatori di fronte al pm Giuseppe Bellelli. «Il pericolo di inquinamento probatorio persiste», aveva scritto il tribunale del Riesame, «con particolare riferimento ai rapporti tra De Fanis e Zingariello che potrebbe essere indotta, data la tipologia dei rapporti che c’è stata tra i due e la differente posizione rivestita, a modificare le proprie dichiarazioni». Per questo motivo, De Fanis è stato lasciato agli arresti domiciliari nella sua casa di Montazzoli. «I rapporti tra De Fanis e Mascitti». E’ a questo punto che gli avvocati Massimo Cirulli e Domenico Frattura hanno deciso di chiedere di cristallizzare le dichiarazioni della segretaria che, in caso di parere positivo del gip, si troverà di fronte al giudice, al pm e a tutte le parti che potranno partecipare all’incidente probatorio: De Fanis e gli altri due indagati nell’inchiesta, ossia Rosa Giammarco ed Ermanno Falone. Tutti i difensori potranno rivolgere domande alle segretaria su due cardini dell’inchiesta per tangenti, quella che portò agli arresti De Fanis e anche la sua segretaria con le accuse di concussione, peculato e truffa: i viaggi fatti a Roma e a Bologna con la macchina della Regione usata, dice l’accusa, non per fini istituzionali e il rapporto con Mascitti, l’imprenditore dello spettacolo che con la sua denuncia alla Forestale ha fatto scattare l’inchiesta. Per il pm Bellelli, De Fanis e Zingariello hanno chiesto tangenti a Mascitti e hanno usufruito dell’auto della Regione per motivi personali. Quando però la donna si era trovata di fronte al pm aveva rigettato le accuse, scaricando sull’ex assessore e ricordando il suo ruolo: quello di segretaria e, quindi, di mera esecutrice degli ordini dell’assessore. Al pm, Zingariello avrebbe detto che era l’assessore a prendere le decisioni e ancora lui a tenere i rapporti con Mascitti. «I viaggi a Roma e a Bologna». Nell’inchiesta sono entrate parecchie intercettazioni in cui Zingariello parla con Mascitti così come varie telefonate tra Zingariello e De Fanis sui viaggi a Roma e a Bologna. Per l’accusa, ad esempio, i due avrebbero «usato la macchina della Regione a Roma per raccomandare il fratello di Zingariello alle Poste e a Bologna per una visita medica della donna». Quando però la segretaria si è seduta di fronte al pm si sarebbe difesa dando un’altra versione, dicendo che la raccomandazione alle Poste sarebbe stata per la figlia di De Fanis che, però, risulterebbe impiegata dal 2011, due anni prima la data del viaggio. E’ di questo che Zingariello dovrà parlare e dare l’ultima versione, quella che poi entrerà direttamente nel processo.