L’AQUILA Non c’è pace per l’aeroporto di Preturo. Lo scalo aquilano, già al centro di polemiche di fuoco nei giorni scorsi, sollevate in primis dal ministro Lupi che aveva criticato aspramente l’aviostruttura, ha ricevuto un’ulteriore mazzata che rischia di comprometterne definitivamente il decollo.
«Il nuovo piano nazionale degli aeroporti si basa finalmente su due criteri fondamentali: il primo è individuare tra i numerosi scali che abbiamo, forse troppi, anche in Abruzzo ne nascono che secondo me era meglio che non nascessero.... ogni riferimento all'Aquila è puramente casuale» aveva ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti durante una trasmissione televisiva. Frasi a cui erano seguite polemiche incrociate che avevano avuto per protagonisti il sindaco, la società di gestione e anche Confindustria. La Regione Abruzzo, infatti, ha revocato il finanziamento da 880mila euro relativo al bando «Lavorare in Abruzzo 3», finalizzato alle assunzioni di giovani. Grazie a quei fondi la società Xpress aveva assunto una sessantina di persone, la metà dei quali è già stata mandata a casa per non aver superato il periodo di prova; in realtà la decisione dell’azienda sarebbe legata proprio alla mancata erogazione dello stanziamento. «Siamo lieti di dar seguito a un progetto che consentirà a 60 risorse abruzzesi di entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale e all’interno del gruppo Xpress Srl che è leader nel proprio settore di appartenenza - dichiarava l'ad dell'azienda Musarella agli inizi di novembre scorso -. La scommessa che ci prefiggiamo è quella di dimostrare a tutte le forze politiche che la Xpress continuerà il percorso con tutti i suoi collaboratori». Dai controlli effettuati negli uffici della Regione sarebbero emerse incongruenze ed irregolarità relativamente alla sede di lavoro degli assunti, che secondo quanto previsto dal bando dovevano operare in Abruzzo e che invece la Xpress aveva dislocato presso altre strutture; rilievi sono stati sollevati anche rispetto alla fidejussione bancaria inoltrata al momento della presentazione della domanda di accesso ai finanziamenti. «Nel bando è chiarito che i richiedenti avrebbero dovuto presentare una polizza fideiussoria pari all'importo della somma da erogare a titolo di incentivo, della durata di trenta mesi decorrenti dalla data di assunzione del lavoratore interessato e con proroga automatica di due semestri. La suddetta garanzia può essere prestata esclusivamente dalle banche, dalle imprese di assicurazioni indicate nella Legge 348/82 e dagli intermediari finanziari iscritti all’Albo di cui all’art. 106 del Tub e formalmente abilitati a prestare garanzie nei confronti di amministrazioni pubbliche, ai sensi dell’articolo 11 del Decreto 29/2009». Irregolarità che hanno portato alla revoca, o meglio al mancato sblocco dei fondi. Ancora nubi, insomma, sul «Giuliana Tamburro» dove finora è atterrato solo un volo, quello dimostrativo di dicembre, decollato da Roma dopo ore di ritardo, e che finora non ha solleticato l’attenzione di alcuna compagnia aerea interessata ad aprire una rotta commerciale da e per il capoluogo abruzzese. Ad abbandonare il progetto nelle scorse settimane era stata anche la Innovative Solution Italy Consorzio, cofirmataria della convenzione per la gestione ventennale dello scalo situato nella zona ovest del capoluogo. Stando a quanto appreso avrebbe, nei giorni scorsi, scaricato la Xpress. Nonostante le iniezioni di fondi pubblici spesi finora per la struttura, insomma, il decollo è rimandato a data da destinarsi, così come la proposta di farvi sorgere un outlet e un centro fieristico sembra essere definitivamente tramontata.