PESCARA Pronta anche a Pescara la lista dei candidati del M5S per il consiglio regionale. In realtà c'è ancora da affinare qualcosa, come spiega il deputato Gianluca Vacca, 40 anni, insegnante di Italiano e filosofia, in questi giorni impegnato a Roma nelle battaglie parlamentari e a seguire l'evoluzione della crisi di governo: «Diciamo che la lista è ancora ufficiosa, completa al 98%. Presto sarà resa nota in un incontro con la stampa». Tutto fatto, o quasi, anche nelle altre tre province. Facce nuove, totalmente estranee alla politica fino ad oggi. Cittadini, appunto, come amano definirsi i penta stellati: dalla commessa della libreria, all'ingegnere in pensione. E, come sempre, tanti giovani e donne.
I PAPABILI
I nomi dei candidati per la Regione sono stati scelti in ogni provincia dopo una serie di incontri, anche aspri, con la base che ora sarà chiamata ad esprimersi sul web per la scelta del candidato presidente. Un nome che circola è quello del rappresentante del Wwf e del Forum dei movimenti per l'acqua, Augusto De Sanctis, sul quale potrebbe convergere anche la sinistra radicale. Ma non è il solo.
Nella pattuglia di Beppe Grillo c'è grande attesa per il voto del 25 maggio. Un esordio assoluto alle regionali, dove il M5S parte con il jolly: primo partito alle politiche del febbraio 2013 con circa il 26% di preferenze raccolto alle urne e ben cinque parlamentari piazzati tra Camera e Senato. Certo, un anno fa si votò con il porcellum, mentre per raggiungere gli scranni dell'Emiciclo i voti bisognerà andare a cercarseli uno per uno sul territorio. Ma la congiuntura sembra favorevole, ad iniziare dai guai giudiziari che stanno indebolendo la coalizione di Gianni Chiodi, mentre dall'altra parte è già iniziata la corsa di Luciano D'Alfonso. La parola d'ordine, manco a dirlo, è: niente alleanze. Il M5S affronterà le urne da solo, e questo vale anche per il Comune di Pescara, dove in passato il movimento di Grillo ha già espresso propri candidati a sindaco. Oggi anche qui è tutta un'altra partita, e mentre nelle due grandi coalizioni si litiga, senza riuscire a mettere il punto su chi e come dovrà partecipare alla sfida per Palazzo di città, i 5 stelle (niente a che fare con lo scandalo degli hotel) sognano il colpaccio. Nel centrosinistra, soprattutto, si fa già qualche calcolo. In caso di ballottaggio con il centrodestra, almeno il 30% dei voti dei grillini potrebbe andare verso il loro candidato. Nel M5S si gelano però le aspettative degli avversari: «Le prossime elezioni le vinceremo noi».