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Pescara, 25/11/2024
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Data: 16/02/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Tercas, sei dipendenti rischiano il licenziamento. Hanno ricevuto lettere di contestazione disciplinare dal commissario Sora perché intercettati dalla Procura mentre informavano l’ex dg Di Matteo

TERAMO Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Roma che lo scorso 18 dicembre ha portato in carcere l’ex direttore generale della Tercas Antonio Di Matteo, accusato insieme a collaboratori e imprenditori amici di aver depauperato il patrimonio della banca teramana con un’impressionante serie di operazioni finanziarie, si legge a pagina 62: «Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che Di Matteo, avvalendosi dell’ausilio di dipendenti della Tercas (segue una parentesi con otto cognomi, ndr), riesce ad ottenere informazioni circa la gestione della banca da parte del commissario straordinario con riguardo anche alle posizioni dei clienti affidati nel periodo della sua gestione, che utilizza poi per attuare personali strategie operative». Quei dipendenti Tercas, adesso, rischiano il posto di lavoro. Quantomeno, lo rischiano sei di loro: che negli ultimi giorni hanno ricevuto dal commissario Riccardo Sora delle lettere di contestazione. L’apertura di un procedimento disciplinare contro le “talpe” di Di Matteo in Tercas era nell’aria da tempo. Già un paio di mesi fa le scrivanie di alcuni degli otto dipendenti citati dal gip erano state perquisite dalla polizia giudiziaria, e i loro computer controllati. Era impensabile pensare che il loro comportamento, rilevato dagli inquirenti, non finisse nel mirino di chi in questo momento regge le sorti della Tercas, e cioè del commissario. E infatti Sora ha avviato, inviando le lettere di contestazione, il procedimento disciplinare regolamentato dall’articolo 7 dello statuto dei lavoratori. I destinatari delle contestazioni hanno sette giorni di tempo dalla notifica per presentare le proprie controdeduzioni o chiedere di essere sentiti alla presenza di un rappresentante sindacale di fiducia, poi l’azienda procederà a irrogare le sanzioni. Quali, al momento, è impossibile saperlo. Ma in Tercas si parla apertamente di licenziamenti. Le “talpe”, insomma, a meno che non riescano a dimostrare di non aver danneggiato in alcun modo l’azienda, non riuscirebbero a cavarsela con una sospensione e men che meno con un richiamo. Al momento, tuttavia, nessuno può essere considerato già colpevole. Che posti occupano in Tercas i sei dipendenti finiti sotto accusa? Non di primo piano. Si tratta di un paio di quadri intermedi – un capo area, un direttore di filiale – e per il resto di impiegati di livello medio-basso. Non è dunque così scontato che fossero in grado di informare doviziosamente Di Matteo sulle strategie del commissario inviato da Bankitalia nel maggio 2012, ma il solo fatto che fornissero informazioni all’ex dg pur sapendo che era la sua gestione ad aver causato un enorme danno, materiale e d’immagine, all’azienda per cui lavorano potrebbe costare loro molto caro. I sei per i quali è stato avviato dal commissario il procedimento disciplinare non sono gli unici dipendenti Tercas a rischiare delle pesanti sanzioni. Di recente infatti è stata la Consob, la Commissione nazionale per le società e la Borsa, ad aprire un fascicolo per accertare ed eventualmente sanzionare le responsabilità di dipendenti Tercas – principalmente figure di vertice – nel collocamento di azioni della banca. Sono state inviate lettere ad alcuni dipendenti, che rischiano di pagare una multa anche salata.

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