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Pescara, 25/11/2024
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Data: 16/02/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sui dipendenti finiti sotto accusa interviene la Fisac-Cgil. Il sindacato: «Paghi chi ha sbagliato»

Nella conduzione dei provvedimenti presi dal commissario Sora verso quei sei (forse otto) dipendenti della Tercas che, a detta della Procura della Repubblica di Roma, avrebbero agevolato l’ex Di Matteo anche dopo il suo allontanamento, Corso San Giorgio cerca una migliore via d’uscita possibile che però non susciti la contrarietà dei nuovi inquilini: cioè la Banca Popolare di Bari che a quanto pare sarebbe ferma nella pronta e radicale soluzione della problematica.
Finora sono state spedite a casa dei dipendenti le lettere di contestazione: ora tocca a loro formulare valide controdeduzioni per evitare la sanzione massima che consiste nel licenziamento. Nelle migliaia di intercettazioni disposte dai magistrati si arguisce che Di Matteo si sia avvalso «dell’ausilio di quei dipendenti per ottenere informazioni sulla gestione della banca con riguardo anche alla posizione dei clienti affidati nel periodo della sua gestione che utilizza poi per attuare personali strategie operative».
Ma la rete di informatori di Di Matteo era piuttosto vasta: la Procura dice infatti di riferirsi anche ai casi Sarni e Di Stefano, per i quali aveva rilevato tempo fa il pericolo di inquinamento probatorio da parte dello stesso Di Matteo. Il marsicano rivestiva un carattere «di posizione dominante nel sodalizio, risultando consulente esterno della banca popolare di Spoleto (cui ha presentato clienti quali il gruppo Sarni) e fattivamente collaborante con Di Stefano nella gestione della società a questi riferibili».
«Vogliamo che chi ha sbagliato paghi- torna sullo spinoso argomento dipendenti Francesco Trivelli della Fisac Cgil- perché alla fine dei conti ci dispiacerebbe se a pagare fossero gli apprendisti in banca, già da 3-4 anni in Tercas, cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro e non altri che si suppone fossero le linee di avanguardia della vecchia gestione». Alla Cgil preme dunque il lato occupazionale della Tercas, e in special modo come detto gli apprendisti: «Sta a cuore anche alla Popolare».
Una notizia positiva giunge dal lato due diligence: l’accordo tra i pugliesi e il fondo interbancario ci sarebbe, le divergenze originarie sarebbero state appianate, se prima i conti si scostavano di varie decine di milioni (si parla di 50-60) ora si sarebbe ridotta a qualche milione. Scansato quindi il tanto temuto arbitrato. Il fondo dovrebbe intervenire con i 280 milioni di euro originali. A fine mese ci sarà pertanto la chiusura del bilancio con la relativa convocazione dell’assemblea, uno step che tutti si attendevano da quasi due anni, finalmente si potrà conoscere meglio lo stato reale di Corso San Giorgio.

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