MONTESILVANO Tutti a casa. Le dimissioni di tredici consiglieri, sui 25 complessivi, fanno cadere la Giunta di centrosinistra guidata da Attilio Di Mattia. A Montesilvano, dunque, si tornerà al voto il 25 e 26 maggio nell’election day che già prevede le consultazioni per le Regionali e le Europee. L’avventura del giovane sindaco è durata appena un anno e nove mesi, l’epilogo ieri mattina davanti al notaio Buta, a Pescara, dove si sono ritrovati i 13 frondisti (12 dell’opposizione e uno della maggioranza). Sembra una congiura di stampo cinquecentesco, in realtà la sorpresa è relativa perché Di Mattia era da tempo isolato all’interno dello stesso centrosinistra e alle prese con un Pd sempre più litigioso. Che Di Mattia potesse cadere era nell'aria da quando la maggioranza aveva perso due pezzi (De Landerset e Comardi), passando dagli iniziali 15 consiglieri agli attuali 13, uno solo in più dell’opposizione. Bastava poco, quindi, per rovesciare i rapporti di forza, ci ha pensato il presidente del Consiglio comunale Fabio Petricca a far pendere l’ago della bilancia dall’altra parte. L’ultima spallata alla Giunta Di Mattia è arrivata dalle proteste sulla tassa di soggiorno, ritenuta da tutti un clamoroso autogol e non un impulso al turismo. Per molti, la tassa di soggiorno è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, così lo stesso Petricca, che ha duramente censurato l’idea della maggioranza, è passato armi e bagagli sul fronte dei contestatori risultando determinante. Per la cronaca, i 13 che hanno compiuto il ribaltone sono Fabio Petricca, Carlo Tereo de Landerset, Lorenzo Silli, Deborah Comardi, Francesco Maragno, Manola Musa, Ottavio De Martinis, Paolo Cilli, Vittorio Catone, Umberto Di Pasquale, Claudio Daventura, Ernesto De Vincentiis e Paolo Di Blasio. Le conseguenze politiche sono pesanti per il centrosinistra non solo a livello comunale, ma anche sul piano regionale, in quanto Luciano D'Alfonso, grande sponsor di Di Mattia nel 2012, era sicuro che da Montesilvano sarebbero arrivati consensi a migliaia per la sua corsa alla Regione. Nel centrodestra, invece, alcune strategie sono già delineate e in pole position quale candidato sindaco c’è Francesco Maragno che due anni fa col Terzo Polo incassò un ottimo 20%, ma finì per essere il più penalizzato acquisendo un solo seggio. Sulla parabola della Giunta di centrosinistra ha avuto ragione, alla fine, Anthony Aliano, profetico un anno fa quando decise di uscire dalla Giunta sbattendo la porta. «Che goduria!», dice senza mezzi termini l’ex assessore alle Politiche sociali. Parola, ora all’uomo che ha sparigliato le carte: È stata una decisione sofferta - dice Fabio Petricca - perché sapevo di essere determinante, ma la mia coscienza e il mio rispetto verso i cittadini l’hanno avuta vinta. Avevo creduto in Attilio Di Mattia e nel suo programma di governo, lo avevo sostenuto con convinzione, ma questi primi venti mesi di amministrazione hanno deluso me e soprattutto i miei concittadini. Nulla di quello che ci eravamo ripromessi di fare è stato fatto, anzi è stato fatto esattamente il contrario. Non potevo permettere che un altro balzello, come la tassa di soggiorno, fosse inserito in una città che dovrebbe avere nel turismo il proprio settore di punta, così come era anche stato scritto nel programma elettorale». Fra i commenti a caldo, il coordinatore regionale e il capogruppo abruzzese di Forza Italia, rispettivamente Nazario Pagano e Lorenzo Sospiri, sottolineano come «il sindaco Di Mattia e la sua maggioranza hanno fallito sin dall’inizio e hanno spinto la città verso un punto di non ritorno con atti di indirizzo disastrosi e privi di logica, come l’approvazione di una tassa di soggiorno che avrebbe soltanto stroncato il principale comparto economico della città: il turismo. Ovviamente - aggiungono Pagano e Sospiri - il 25 maggio la coalizione di centrodestra è pronta a scendere in campo con una squadra forte e coesa, rappresentando così la vera alternativa per la città di Montesilvano».