MONTESILVANO Cade l’amministrazione a Montesilvano. Un pesante tonfo del centro sinistra nella quarta città d’Abruzzo, dove 13 consiglieri di opposizione (di cui uno di maggioranza) ieri hanno firmato, davanti al notaio Grazia Buta, la mozione di sfiducia con conseguente decadenza del sindaco, della giunta e di tutto il consiglio. Un tutti a casa insomma, quasi una Caporetto per il sindaco Attilio Di Mattia che si era proposto di portare una ventata di nuovo in Comune. Una ventata che non c’è mai stata, perché molti si sono limitati a tirare la giacca al primo cittadino, desiderosi di coltivare le proprie ambizioni.
Comunque ieri alle 11 i dissidenti (Manola Musa, Ottavio De Martinis, Paolo Cilli, Umberto Di Pasquale, Vittorio Catone di Forza Italia, Paolo Di Blasio di Arcobaleno, Ernesto De Vincentiis di Montesilvano futura, Francesco Maragno di Democrazia e libertà, Carlo Tereo De Landerset e Lorenzo Silli di Montesilvano in Comune, Deborah Comardi di Sinistra unita ed il presidente del consiglio Fabio Petricca, ex uomo di Di Mattia) si sono presentati davanti al notaio per dimettersi. È caduta così dopo meno di due anni (si era insediata nel giugno 2012) l’amministrazione Di Mattia. Un evento epocale che ha provocato scompiglio negli ambienti del centrosinistra ed ovviamente malcelata soddisfazione in quelli avversari. In questi 20 mesi Di Mattia aveva rimpastato tre volte la sua giunta, di cui era entrato a far parte anche il cabarettista ’Nduccio, dimessosi per far posto a Rosa Pagliuca di Sel.
Come si è giunti alla crisi? «Avevo creduto in Di Mattia - risponde Fabio Petricca, il personaggio chiave della manovra - ma ad un certo punto ha fatto delle scelte, come la tassa di soggiorno, che non condividevo. Ma soprattutto non è stato attuato nulla di quanto ci eravamo ripromessi. E siccome a me non interessa la poltrona ho firmato le dimissioni».
La notizia ha prodotto ovviamente commenti a valanga. «Di Mattia e la sua maggioranza hanno fallito» afferma il presidente regionale di Forza Italia Nazario Pagano. Lorenzo Sospiri aggiunge: «Con la sua perdurante assenza ed i provvedimenti amministrativi insensati, Di Mattia aveva messo in ginocchio la città». Federica Chiavaroli del Nuovo centrodestra: «Le dimissioni dei 13 consiglieri rappresentano la logica conclusione di una gestione politica fallimentare».
«Per l'interesse della città - scrive la segreteria provinciale di Fratelli d’Italia - l’auspicio è di andare subito alle urne il 25 maggio». Dura Rifondazione che accusa Di Mattia di trasformismi e di essersi circondato di un soggetti desiderosi di coltivare unicamente i propri interessi. L’ultimo atto questa mattina, con la notifica delle dimissioni al segretario generale. Poi si attenderà la nomina del commissario, che amministrerà la città fino al 25 maggio. E già comincia la caccia al candidato.
Il fallimento del bravo ragazzo
Il trionfo del bravo ragazzo: così titolava Il Messaggero il 22 maggio 2012, annunciando l’elezione di Attilio Di Mattia a sindaco di Montesilvano. Un anno e otto mesi dopo il suo insediamento i montesilvanesi hanno capito che la faccia da sola non basta e così di domenica mattina hanno licenziato il loro sindaco. A Di Mattia chiedevano idee, progetti, lavoro, sviluppo. I risultati sono agli occhi di tutti: le critiche che nel 2009 lui indirizzava all’allora sindaco Cordoma - «gli darei un 5 in condotta perché ha disatteso tutti i suoi proclami elettorali» diceva - sono le stesse che oggi i suoi concittadini rinfacciano a lui. Ha sbagliato scelte e soprattutto strategie, Di Mattia: voler imporre la tassa di soggiorno in una città di grandi alberghi è stata la classica goccia di troppo.
Eppure Di Mattia, per quanto giovane, non è proprio un novellino della politica. Risalgono a fine anni 90 le sue prime esperienze nelle liste universitarie (laureato in Economia alla D’Annunzio, è poi diventato un manager nella finanza a Vienna); nel 2007 è in lista con l’Italia dei Valori alle comunali a sostegno di Odoardi sindaco (vincerà Cordoma). Due anni più tardi viene eletto consigliere provinciale, sempre per l’Idv, e finirà nell’occhio del ciclone per la polemica sui rimborsi di viaggio: ne esce alla grande, dimostrando che lui con i voli low cost da Vienna a Pescara spendeva un decimo dei consiglieri che in auto facevano su e giù con Palazzo dei marmi dai paesini dell’hinterland pescarese. All’appuntamento con le amministrative del 2012 a Montesilvano approfitta delle lotte intestine nel Pd e vince le primarie. «E’ il volto nuovo, la faccia pulita» dicono i suoi concittadini che hanno voglia di dare una bella ripulita al Municipio di piazza Diaz e che in lui vedono un antesignano dei grillini. Eleggendolo sindaco gli firmano una cambi