PESCARA La telefonata sarebbe arrivata alle 11,30, in piena giunta regionale, sul telefonino del presidente Gianni Chiodi. All’altro capo del telefono un rassicurante Silvio Berlusconi che avrebbe confermato la fiducia al governatore e la sua ricandidatura per le elezioni regionali del 25 maggio. E non sarebbe un caso che sul quotidiano di famiglia diretto da Sallusti, “Il Giornale”, ieri sia uscita una paginata firmata da Fabrizio de Feo dal titolo “Le dieci bufale del caso Chiodi, governatore crocifisso dai pm”, sottotitolo: “Lo accusano di aver lucrato sui rimborsi, ma le carte dicono che ha tagliato costi e sprechi”. Pagina che Chiodi ha prontamente fatto girare sui social media. Il sondaggio. Sarebbe stata dunque una giornata da incorniciare. Ma a cambiare l’umore del governatore ci ha pensato un sondaggio commissionato da Forza Italia a Euromedia Research l’istituto diretto da Alessandra Ghisleri, sondaggista di fiducia di Berlusconi. Il sondaggio dà qualche preoccupazione ai vertici di Forza Italia, impegnati oggi alle 16,30 in un incontro a Roma con il coordinatore regionale Nazario Pagano per discutere proprio della candidatura abruzzese. Secondo indiscrezioni il sondaggio darebbe la coalizione abruzzese di centrodestra (Forza Italia, Ncd, Udc, Fratelli d’Italia) al 25,4%, contro il 35,6% della coalizione di centrosinistra, dunque oltre dieci punti sotto. Ma siamo solo a tre mesi dal voto. Lo staff di Berlusconi teme che nel corso della campagna elettorale la «capacità di mobilitazione e mediatica» del candidato di centrosinistra Luciano D’Alfonso possa portare in dote al Pd e agli alleati un ulteriore 3-5% di consensi guadagnati tra l’elettorato moderato di centro. Sempre la Ghisleri stima il Movimento 5 Stelle al 27,2%. Come se non bastasse, in questi giorni un alleato strategico per Forza Italia come il Nuovo centrodestra sta riflettendo se presentarsi in Regione da solo con un proprio candidato, come sembra avverrà a Pescara per l’elezione del sindaco. In questo caso la corsa di Chiodi verso la rielezione sarebbe fortemente pregiudicata. Vedremo cosa si diranno oggi Pagano e Altero Matteoli, l’uomo che per Forza Italia conduce le trattative elettorali. Nelle file di Forza Italia l’idea è che alla fine si sceglierà comunque il candidato uscente per mancanza di alternative valide. Ma la sconfitta subita ieri in Sardegna dal governatore Cappellacci, con tutti i dubbi e gli interrogativi che si porta dietro, potrebbe indurre lo staff berlusconiano a cambiare radicalmente gioco (in fondo il vincente Pigliaru, si ragiona in piazza di Lucina, non è uno dell’ultimo minuto?) . Il centrosinistra. Intanto il centrosinistra ha chiuso ieri alle 12 i termini per la presentazione delle candidature alle primarie del 9 marzo. Sono tre i candidati che hanno regolarmente depositato le firme: Luciano D'Alfonso (Pd), Alfonso Mascitelli (Idv), Franco Caramanico (Sel). Lo ha comunicato il Coordinamento organizzativo delle primarie «Insieme il nuovo Abruzzo». Le firme necessarie per le candidature erano 400 in tutto l'Abruzzo, un numero esiguo, sototlinea il comitato, «per consentire la massima apertura anche nella possibilità di competere per la scelta del candidato presidente». Sulla candidatura di Mascitelli è intervenuto il segretario nazionale dell’Idv Ignazio Messina: «L’Abruzzo è stato ingiustamente vittima di una politica dissennata e fatta di avvoltoi che si sono accaniti persino sulle macerie del terremoto a L’Aquila», ha dichiarato Messina, «dove noi siamo tornati allestendo sul territorio il nostro presidio di legalità, con la convinzione che questo fosse un vero e proprio caso di interesse nazionale, punto nevralgico per rilanciare lo sviluppo ed una politica credibile. Saremo, per questa ragione», aggiunge il segretario dell’Idv, «parte attiva di un processo di rinnovamento autentico che parli di concretezza e soluzioni puntando a ricostruire un’intera regione mettendo a disposizione le forze migliori che abbiamo per l’interesse comune».