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Data: 18/02/2014
Testata giornalistica: Prima da Noi
Regionali, sulla ricandidatura di Chiodi c’è il placet della stampa di Berlusconi «Inchiesta anomala» e «10 bufale» per annientare il presidente

ABRUZZO. Dopo giornate convulse e la ricandidatura sempre più lontana per Gianni Chiodi, oggi l’endorsement arriva da Il Giornale, testata della famiglia Berlusconi (leggi l'articolo)

Dopo essersi difeso in tv nella trasmissione Virus, presentato da Nicola Porro, altro giornalista de Il Giornale, ora arriva l’aiuto della carta stampata.
Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti non solo sostiene che i pm dell’inchiesta Rimborsopoli (definita «una indagine dai contorni curiosi») abbiano «crocifisso» il presidente ma mette insieme, una dietro l’altra «le 10 bufale» contro Chiodi.

Pare un atto di fiducia ai massimi livelli, primo segnale pubblico che il partito vuole puntare ancora su di lui, nonostante l’indagine che lo ha coinvolto e che lo ha trascinato per giorni in tutte le trasmissioni televisive nazionali con l’accusa di aver fatto la cresta sui rimborsi per circa 30 mila euro. Una accusa che lui ha sempre respinto e definito infamante.
«Lo accusano di aver lucrato sui rimborsi, ma le carte dicono che ha tagliato costi e sprechi», si legge nell’articolo de Il Giornale che ricalca in pieno la tesi difensiva dello stesso Chiodi: «non siamo più la regione canaglia, ho tagliato i costi della sanità, le spese istituzionali, il numero dei consiglieri regionali, i costi della politica…» e tutto il resto.

Chiodi è convinto di aver lavorato bene e anche il quotidiano della famiglia Berlusconi benedice il suo operato. Il presidente nei giorni scorsi si è detto convinto che il centrodestra il prossimo 25 maggio vincerà «perché abbiamo migliorato la regione».
Intanto il nodo centrale da sciogliere è proprio la sua candidatura. Si era ventilata anche una ipotesi europea ma Chiodi vuole tentare il bis alla Regione. E’ convinto di meritarlo, per di più Forza Italia tende a riconfermare i candidati uscenti che hanno lavorato bene e una bocciatura proprio non la digerirebbe.

Qualcuno aveva ipotizzato che si potesse candidare ugualmente, anche dopo il no di Fi, magari con una lista civica. Ma per il governatore «è una ipotesi impossibile».
Lui punta ad essere il candidato di Forza Italia e scrollarsi via, come scrive Il Giornale, «un marchio di infamia stampato a fuoco a pochi mesi dal voto» e «la percezione pubblica di una distrazione di fondi per interessi personali, con la confusa assimilazione della sua figura a quella di quei consiglieri regionali che davvero hanno lucrato sui rimborsi, a colpi di spese pazze, tra Suv, videogiochi e lap dance».
Se anche la famiglia Berlusconi dice sì allora sembra che la strada a questo punto sia tutta in discesa.

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