ROMA Ieri al Quirinale il conferimento dell’incarico per la formazione del governo al più giovane premier della storia repubblicana. Il 39enne Matteo Renzi si è presentato al Colle alla guida di una Giulietta bianca con a fianco il capo ufficio stampa del Pd, Filippo Sensi. Poi, dalle 10,30, il colloquio di quasi un’ora e mezzo con Giorgio Napolitano, seguito dall’annuncio dell’incarico dato ai giornalisti dal Segretario generale del Quirinale, Donato Marra. Dalla stessa tribuna il sindaco di Firenze, nella sua nuova veste istituzionale, in insolito abito scuro e senza celare una certa emozione, ha anticipato sommariamente le linee d’azione del suo esecutivo. Al quale ha subito inteso dare un respiro di legislatura: «C’è un impegno - ha detto - di allungamento della prospettiva politica di questa legislatura che si colloca in un orizzonte naturale». Il prolungamento, di fatto, al 2018 del traguardo temporale del nuovo esecutivo, assieme alla rilevanza dei temi programmatici da definire, fa sottolineare a Renzi che pur a fronte di «un’urgenza straordinariamente importante», «servirà qualche giorno per sciogliere la riserva» con cui ha accettato l’incarico. Di qui la promessa «di mettere, nella difficile situazione, tutta l’energia e l’impegno di cui sono e siamo capaci, partendo dall’emergenza lavoro».
LE SCADENZE
Un programma, quello del neoincaricato, sintetizzabile con uno slogan: ”una riforma al mese“. Renzi ha infatti precisato che la piattaforma del suo governo «prevede entro febbraio un lavoro urgente sulle riforme costituzionali ed elettorali. Subito dopo, a marzo, immediatamente il lavoro, ad aprile la riforma della pubblica amministrazione e a maggio il fisco». Insomma, tre mesi di ferro che coincideranno con il periodo comunemente definito la ”luna di miele“ (quando c’è) tra cittadini e governo, e al cui termine si colloca il primo vero test elettorale del nuovo esecutivo, con le Europee del 25 maggio.Tutta particolare, comunque, l’enfasi sul tema del lavoro che il neopremier ha posto nella sua prima dichiarazione dopo l’incarico affidatogli da Napolitano: «Assicuro il signor presidente, le forze politiche e soprattutto gli italiani, che stanno assistendo a questa crisi di governo, che - ha detto - metterò tutto il coraggio, l’impegno, l’energia e l’entusiasmo di cui sono capace, partendo dall’emergenza più importante che è quella che riguarda non soltanto la mia generazione, ma anche la mia generazione, che è l’emergenza del lavoro, dell’occupazione e, in qualche modo, anche della rassegnazione».
IL TWEET
Nel pomeriggio, prima di tornare a Firenze per il commiato da Giunta e Consiglio comunale, il tweet a chiosa di una giornata tutt’altro che ordinaria: «Con tutta l’energia e il coraggio che abbiamo. E’ la volta buona». Per Renzi è stata anche la ripresa della frequentazione di Twitter, tralasciata dalle drammatiche giornate della ”sfiducia“ a Enrico Letta.Dopo il Quirinale, gli incontri di prammatica con la presidente della Camera, Laura Boldrini, e del Senato, Pietro Grasso. Oggi l’inizio delle consultazioni con le forze politiche che Renzi terrà negli uffici della Camera. Brevi - come tutto l’iter della crisi nelle intenzioni del neopremier - e che si concluderanno nella tarda mattinata di domani. Giovedì e venerdì dedicati alla definizione della squadra di governo, quindi lo scioglimento della riserva e, probabilmente sabato, il giuramento al Quirinale. All’inizio della prossima settimana, la prova delle aule parlamentari. Prima il voto al Senato e subito dopo la Camera.