ROMA Dirigenti pubblici non più a tempo indeterminato, cancellazione della sospensiva nel giudizio amministrativo, drastica sburocratizzazione, trasparenza di tutte le strutture pubbliche. Nel programma di Matteo Renzi per la pubblica amministrazione si trovano temi già all’ordine del giorno e in alcuni casi oggetto di specifici provvedimenti dei precedenti governi, ed altri che potenzialmente hanno un carattere più dirompente. Dunque la riforma annunciata per il mese di aprile non potrà non tener conto di quanto avviato o in corso di attuazione.
LA FATTURA ELETTRONICA
Tra i progetti su cui il lavoro è già a buon punto c’è ad esempio il piano sull’Agenda digitale, appena definito (su incarico di Enrico Letta) dal supermanager Francesco Caio. Il dossier punta alla modernizzazione del Paese in senso generale, ma per molti aspetti tocca anche la pubblica amministrazione. È il caso ad esempio della fatturazione elettronica, che secondo Caio potrebbe portare risparmi fino a 8-10 miliardi. Connesso a questo capitolo c’è quello della trasparenza che secondo il presidente del Consiglio incaricato dovrebbe diventare la regola non solo per i partiti politici ma anche per tutte le amministrazioni: dunque disponibilità on line e in dettaglio di tutte le voci di entrata e di uscita.
La semplificazione dei rapporti tra Stato e cittadini è un tema trasversale, che riguarda molti aspetti della vita delle famiglie e delle imprese. Anche in questo campo non si parte da zero: i vari esecutivi hanno adottato diversi provvedimenti ma con esiti incerti. Si tratterebbe allora di applicare in modo più drastico alcuni principi, come quello per cui un’amministrazione non può chiedere documenti di cui è già in possesso.
Un aspetto chiave di tutta la riforma ruota intorno al tema della dirigenza pubblica. Non è un mistero che Renzi in molte occasioni abbia additato i grandi burocrati come responsabili di molti dei vincoli che attualmente penalizzano l’attività economica. Anche per questo si pensa ad una rivoluzione piuttosto drastica: mentre per i semplici dipendenti, se passati attraverso il concorso, resterebbe il principio dell’assunzione a tempo indeterminato, i dirigenti dovrebbero invece avere contratti a termine. Inoltre verrebbe aggiunto il criterio della rotazione, con l’obiettivo di rendere impossibile la permanenza di una stessa persona nello stesso posto, oltre un certo limite temporale.
LE OPERE PUBBLICHE
Un altro pallino di Renzi, che si rifà alla sua esperienza di sindaco, riguarda i tempi delle opere pubbliche. Un tema richiamato esplicitamente anche nella bozza di Jobs Act: «I sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo». Dunque anche gli adempimenti come l’esame in Conferenza dei servizi e la valutazione di impatto ambientale dovranno avere una tempistica certa. La novità potenzialmente più radicale in questo ambito riguarda però la giustizia amministrativa: il premier incaricato ha avuto più volte modo di polemizzare con Tar e Consiglio di Stato. La novità ipotizzata consiste nell’eliminazione della sospensiva: dunque ad esempio in una gara l’impresa che non ha avuto la meglio avrà sempre il diritto di far valere le proprie ragioni davanti al giudice amministrativo, ma il ricorso non avrà la conseguenza di bloccare il cantiere.
Infine è connesso al capitolo pubblica amministrazione anche quello dell’assetto istituzionale: già con il governo Letta era affidato a Graziano Delrio, ministro degli Affari regionali ascoltatissimo da Renzi, il provvedimento per il sostanziale ridimensionamento delle Province, che cesseranno di essere organi elettivi: nelle intenzioni tutto ciò dovrebbe comportare anche sensibili risparmi.