MONTESILVANO Il day after della caduta dell’amministrazione a Montesilvano è un giorno di lutto per il centrosinistra. Di buon’ora l’ex assessore Feliciano D’Ignazio (Pd) è salito in Comune a riempire gli scatoloni. Il capogruppo del Pd Massimiliano Pavone ha fatto altrettanto, ma qualche ora più tardi. Gli altri non si sono fatti vedere ed il sindaco, profondamente scosso per quello che lui ha definito un tradimento, chiuso in casa, alla fine ha emesso un comunicato. Sostiene che paga un prezzo troppo alto per aver tentato di difendere gli interessi dei cittadini. Come? Con la revoca della gara di appalto per i rifiuti, dal costo di 30 milioni di euro (prevista da Cordoma), per aver sostenuto il progetto Arrow bio per lo smaltimento dei rifiuti, per aver bloccato le speculazioni edilizie. «E mi hanno impedito di attuare il cambiamento - ha aggiunto - che avrei voluto portare in città». Ed ha concluso di essersi sentito profondamente deluso per il tradimento della Comardi e l’accoltellamento perpetrato nei suoi confronti dal presidente del consiglio Fabio Petricca, considerato da sempre suo grande amico.
Comunque l’evento delle tredici firme, per mandare a casa tutta l'amministrazione, è stato una grossa novità per Montesilvano. Ieri mattina il segretario comunale Alfredo Luviner ha ricevuto i documenti del notaio Buta e li ha girati alla prefettura, che oggi stesso dovrebbe nominare il commissario. Nel 2006, seppure in un contesto diverso (con la vicenda Ciclone), arrivò in città come commissario Fulvio Rocco, attuale prefetto di Chieti.
Al comunicato del sindaco ha fatto seguito poi quello del segretario cittadino del Pd Romina Di Costanzo, che esprime rammarico per i fatti; essi hanno interrotto un percorso di grande efficacia, in quanto Di Mattia stava per avviare una revisione dei contratti e delle convenzioni ed intendeva riorganizzare la macchina amministrativa. Il Pd è pronto, a suo dire, a ripresentarsi alla città con progetti concreti, mentre il centrodestra probabilmente non sarà in grado di fare altrettanto. Di sicuro, la catastrofe non è piovuta come un fulmine a ciel sereno, ma era stata preceduta da segnali premonitori, già da mesi. La tassa di soggiorno è stato l’ultimo anello della catena di dissenso che si era creato attorno al primo cittadino. A Di Mattia si deve rimproverare solo di non aver saputo mantenere coesa la maggioranza. Dall’opposizione Manola Musa, sconfitta nelle urne da Di Mattia, svela la strategia di Forza Italia e del centrodestra: «Siamo pronti alle primarie per trovare il candidato migliore. Di Mattia ha dimostrato di non essere il sindaco giusto per Montesilvano». Anche Andrea Colletti, deputato del M5S, dichiara che il movimento di Grillo è pronto a intercettare la voglia di protagonismo e cambiamento della gente. Alessio Di Carlo della grande Pescara difende le scelte del primo cittadino.