MONTESILVANO Aspettando il commissario prefettizio, atteso in giornata, Attilio Di Mattia dice la sua nella sua ultima giornata da sindaco. Si sente «tradito» e dopo il silenzio di domenica, ieri ha parlato con una nota amara: «Pago un prezzo alto per aver tentato di difendere gli interessi dei montesilvanesi - afferma -. Ho revocato una gara di appalto da 30 milioni di euro, già aggiudicata, per evitare di salassare i miei concittadini con la tassa sui rifiuti. Poi ho cercato di andare a rompere l'attuale sistema monopolistico di smaltimento dei rifiuti con il progetto di Arrow Bio che avrebbe creato concorrenza. Inoltre ho chiuso le porte dell'urbanistica a speculazioni edilizie di cui questa città è stata vittima per anni». Rivendica il merito di «essere stato scansato da tutti i poteri forti che, invece, prima di me in questa città hanno sguazzato. I cospiratori hanno fatto di tutto per impedire il cambiamento in atto». E infine la stoccata a chi si è sfilato dalla maggioranza per farlo cadere: «Personalmente non posso nascondere la profonda delusione per il tradimento della consigliera Deborah Comardi e in particolare del presidente del Consiglio, Fabio Petricca. Un amico che mi ha accoltellato alle spalle, in futuro sapremo per quali reali motivazioni». Ieri, in piazza del Comune, c'erano solo alcuni cittadini a commentare la «caduta» del sindaco (le opinioni sono riportate sopra). Della maggioranza e del Pd solo Fabio Vaccaro che, prima di cucirsi la bocca, ha detto: «Sono schifato». Dell'opposizione Manola Musa, Anthony Aliano e altri in ordine sparso. Allo sfogo di Di Mattia non crede affatto Corrado Di Sante, segretario provinciale di Rifondazione comunista. A Di Mattia riserva almeno due fendenti: «Non è vero che il progetto Arrow Bio era conveniente - rivela - perché consentiva di arrivare, nella migliore delle ipotesi, al 35% di raccolta differenziata; e poi per portare avanti il progetto il Comune ha speso 100mila euto solo per uno studio di fattibilità. Non è vero che Di Mattia voleva dichiarare guerra a chi detiene il monopolio dei rifiuti, tant'è che continuiamo a portare l'immondizia a Casoni, dove c'è Di Zio».