Era il 30 gennaio scorso quando sul Messaggero esternò il malessere suo e dell’imprenditoria: «Pescara muore e loro parlano di sindaco». Un attacco diretto ai politici, di destra e di sinistra, a partiti e coalizioni alle prese con la scelta dell’uomo forte per mantenere ovvero riconquistare Palazzo di città. Ieri Daniele Becci, presidente della Camera di commercio, ha approfittato dell’assemblea straordinaria in via Conte di Ruvo per riprendere quel discorso e ha trasformato la protesta in proposta: in sette capitoli ha riassunto i punti della vertenza che Confindustria e Associazioni produttive conducono con l’amministrazione comunale. Al sindaco Luigi Albore Mascia, assente perché in trasferta a Bruxelles, saranno fischiate le orecchie quando l’assemblea ha espresso severe critiche sul suo operato.
CENTRODESTRA BOCCIATO
Un campanello d’allarme serio per un centrodestra che vede sfilarsi platealmente una quota importante dell’elettorato di riferimento, tanto più se alle parole di Becci si sommano quelle di Ezio Ardizzi, presidente della Confcommercio, che solo un’ora prima aveva chiesto le dimissioni del primo cittadino Albore Mascia e della giunta, presentando il corteo di protesta di giovedì contro le tasse e contro i lavori a corso Vittorio Emanuele.
LA TENTAZIONE DI BECCI
Le critiche a Mascia sono state musica per le orecchie di Luciano D’Alfonso, seduto in prima fila, e per un centrosinistra che proprio in Becci, a sorpresa, potrebbe aver individuato un uomo forte in grado di unire la coalizione nella corsa a sindaco. Non a caso le associazioni legate al centrosinistra, Cna e Confartigianato in testa, stanno esercitando da giorni un pressing sul presidente della Camera di commercio affinché accetti la sfida: non gli chiedono di mettersi alla testa del Pd, ma di una lista civica che il Pd sarebbe pronto a sostenere. Con D’Alfonso, ad accerchiare Becci ieri in Camera di commercio, c’erano anche il deputato Antonio Castricone e la segretaria di federazione Pd, Francesca Ciafardini. In sala anche l’assessore Antonelli (FI) e il consigliere Dogali (Udc-Ppe). Il diretto interessato frena ma non smentisce. «L’argomento non è all’ordine del giorno e per essere più chiaro dico che non sarò candidato sindaco per nessun partito». Ma per una lista civica forse sì, anche se non avrebbe i voti di Ardizzi, su cui il centrosinistra fa affidamento, e neppure quelli della sinistra Pd.
IL SONDAGGIO DEL PD
Il Pd sperava che potesse emergere un candidato forte dal sondaggio ma i risultati «molto chiarificatori e incoraggianti» che il segretario regionale Silvio Paolucci tiene nel cassetto non devono aver risolto il dilemma. Stando a un’indiscrezione, i primi tre classificati sarebbero stati nell’ordine Di Pietrantonio, D’Incecco e Blasioli. Paolucci discuterà i dati all’interno del partito ma se nessuno prevale nettamente allora le primarie sono inevitabili. Per inciso, il termine ultimo per presentare le candidature è stato spostato alle ore 13 di giovedì.
UN PIANO CON DI BIASE
Lavora per evitare le primarie e unire la coalizione attorno a un nome forte Luciano D’Alfonso che in chiave regionale sa di avere bisogno di un trascinatore di folle a Pescara: questo spiega il suo corteggiamento a Becci e non solo. E’ in atto un tentativo di mandare a casa Mascia facendolo decadere con le firme di 21 consiglieri dimissionari in cambio della investitura di Licio Di Biase a candidato sindaco. Un colpo di scena clamoroso se l’operazione andasse in porto: ottimo il nome, poco il tempo a disposizione, non facile l’opera di convincimento. Ieri il blitz non è andato a segno.
TESTA SEMPRE IN CORSA
Oltre che per D’Alfonso, le parole di Daniele Becci avranno sicuramente alzato il morale a Guerino Testa, anche lui in prima fila in sala Camplone alla Camera di commercio: le critiche all’indirizzo di Albore Mascia e della sua amministrazione hanno rialzato le sue quotazioni nella corsa alla candidatura a sindaco, obiettivo dichiarato dell’esponente di Ncd a costo di andare allo scontro diretto con il sindaco, soluzione che dicono tutti di voler evitare. Pagano va oggi a Roma al tavolo della commissione nazionale coordinata da Altero Matteoli per sciogliere il nodo di Pescara. Forza Italia ribadisce di voler riconfermare i sindaci uscenti, mentre secondo fonti Ncd nulla è deciso e la partita è aperta. Testa non vuol saperne di rinunciare né Mascia è disposto al passo indietro. Sospiri pensa alle primarie o Testa correrà da solo: e la colpa dello strappo non sarebbe più sua.