PESCARA «Era tutta propaganda e noi l’avevamo detto». Gianni Di Cesare, segretario regionale della Cgil, commenta così il passo indietro sul taglio delle aliquote regionali deciso dalla Regione per il 2014. «Le aliquote Irpef e Irap sono tornare al livello precedente il taglio complessivo di 42 milioni prevista dalla legge 70/2012», dice Di Cesare. «Ora si capisce meglio perché non firmammo quell’accordo. Si badi bene: noi non siamo contrari alla riduzione delle tasse, Noi volevamo sapere quante delle promesse di Chiodi sulla riduzione delle tasse fossero in sintonia con l’assessore alle Finanze e quante frutto di una campagna elettorale precocemente iniziata. Io so che nè Masci nè la dirigenza del Bilancio volevano fare questa operazione sui 42 milioni. Noi avevamo una posizione prudente. Dicevamo: attenzione, non facciamo una distribuzione a pioggia, ma concentriamo tutto sulle persone a più basso reddito da lavoro dipendente e da pensioni, cioè sulle persone con più difficoltà». Fu deciso invece di intervenire per scaglioni su Irpef e Irap, «con effetti ininfluente sulle buste paga e sui bilanci delle imprese», dice Di Cesare «ma c’erano molte pressioni da parte delle associazioni datoriali». E probabilmente, aggiunge il segretario della Cgil, si sapeva che sarebbe stata un’operazione di breve respiro. «Chiodi quando dichiarava nel 2013 la riduzione delle tasse, sapeva che non avrebbe potuto mantenere la promessa. Sapeva che aveva problemi con il bilancio della sanità, basta leggere quanto scrive il tavolo di monitoraggio nella relazione di novembre scorso». Scontata quindi la conclusione della vicenda: «Prima della fine del 2013», ricorda il segretario della Cgil, «avevamo chiesti a Chiodi incontri per verificare che cosa stesse accadendo realmente sulla tassazione 2013, Chiodi non ha mai concesso un tavolo di bilancio». E ora se il 2014 è perduto, con le aliquote tornate ai livelli massimi, nel 2015 «una volta che hai pagato i debiti» si può ricominciare a pensare di intervenire, dice Di Cesare. «Ma non si può accettare di dare ancora tutto a pioggia. L’Irpef va ridotta solo a chi percepisce un reddito sotto i 15 mila euro».