PESCARA Con gli interrogatori conclusi ai pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio non resta che attendere l'arrivo di tutte le memorie difensive per la firma di conclusione d'indagine sul faldone dei 25 indagati della Rimborsopoli. Se molti di questi infatti, il Presidente Gianni Chiodi in primis, hanno consegnato in sede d'interrogatorio tutta la documentazione relativa alle contestazioni su pranzi, cene e pernottamenti contestatigli come rendicontazioni «gonfiate» per avere indietro dalla Regione ben più di quanto speso per le missioni istituzionali, altri si sono riservati di depositare in un secondo momento le loro memorie utili a ribattere a quelle accuse che li vedono al momento indagati per peculato, truffa e falso ideologico. Tra questi spicca il nome di uno degli altri indagati d'eccellenza dell'inchiesta: il Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano che, passati i bollori della prima ora giocati a colpi di dichiarazioni e conferenze stampa, ha successivamente scelto un percorso decisamente diverso da quello del Presidente Chiodi arrivato fino ai salotti Rai, optando per l'ingresso sul retro per raggungere il quarto piano della Procura ed evitando, sparate le cartucce iniziali, in ogni modo microfoini e telecamere evitando ogni forma di contraddittorio con l'accortezza però di comunicare ai giornalisti attraverso note stampa istituzionali. La via del silenzio, se non per qualche post su Fb, l'hanno invece scelta e mantenuta sin dall'inizio l'assessore al Lavoro Paolo Gatti e il vice presidente vicario del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis che, come Pagano e il consigliere Pdl Riccardo Chiavaroli mostratosi al contrario sempre disponibile e rilasciare dichiarazioni e attivo, sin dalla prima ora, con commenti sarcastici sul suo profilo Facebook, si sono riservati anche loro di depositare una memoria scritta nei giorni successivi all'interrogatorio.