Quella del 24 febbraio è una data da segnare sul calendario con un cerchio rosso: salvo contrordine è per lunedì prossimo che l’amministrazione comunale ha in programma di far scattare la chiusura totale di corso Vittorio Emanuele. Sarà quello il giorno della verità per valutare le conseguenze che il provvedimento avrà sulla viabilità.
A Palazzo di città i tecnici hanno già avviato una serie di contromosse strategiche: hanno portato avanti i lavori per la bretella sull’area di risulta, corridoio deputato ad accogliere il flusso veicolare del corso. Nel timore di un pronunciamento negativo del Consiglio di Stato ovvero anche nel timore che la bretella da sola non basti, l’ufficio tecnico comunale ha inoltre provveduto a istituire il doppio senso di marcia sulla strada antistante la stazione, per altro provocando la protesta dei tassisti, come ulteriore via di fuga; e c’è poi via Ferrari che dovrà assorbire il resto dei veicoli da e per il centro. E’ stata anche ridisegnata la segnaletica su via Teramo, strada su cui sarà dirottato il traffico che entra a corso Vittorio da sud verso nord o da via Ravenna.
I punti critici sono noti: la rotatoria tra via Teramo e via De Gasperi rischia di avere un effetto tappo che già adesso sta sollevando perplessità e proteste delle società del trasporto pubblico, nient’affatto contente all’idea di perdere minuti preziosi sulla tabella di marcia. Un problema analogo lo stanno rivelando altri cantieri aperti in contemporanea in città, da ieri anche quello che ha prodotto la chiusura di viale Marconi con ordinanza del sindaco. Di conseguenza l’Arpa informa che «fino al 21 marzo i bus in arrivo a Pescara che transitano ordinariamente su viale Marconi saranno istradati su viale Pindaro, via Gabriele D’Annunzio e via Conte di Ruvo. Lo stesso instradamento seguiranno gli autobus in uscita dalla città». I pescaresi, come anche il Pd e l’Udc in Consiglio comunale, chiedevano un periodo di sperimentazione per valutare gli effetti della chiusura della principale arteria stradale della città, ma la maggioranza di Palazzo di città è stata di diverso avviso, scegliendo di tirare dritto: «E’ una riqualificazione, non pedonalizzazione» si sono sgolati a precisare Carlo Masci e l’assessore Berardino Fiorilli di Pescara futura, convinti che il maquillage darà nuova linfa a una strada oggi desertificata. In un clima da campagna elettorale anticipata, la risposta dei negozianti è stata dure: per contestare lo stravolgimento della viabilità domani mattina alle 11 le associazioni delle categorie produttive, con Confcommercio capofila, sfileranno in corteo dalla vecchia stazione fin sotto il Comune dando vita a un concerto di pentole. Seguiranno interventi dei leader delle varie sigle. Una manifestazione non solo pescarese: la stessa Confcommercio del presidente Ezio Ardizzi ha annunciato che «delegazioni di commercianti e artigiani di Chieti, L’Aquila e Teramo hanno condiviso l’iniziativa e saranno al fianco degli operatori pescaresi nella manifestazione Riapriamo Pescara, al fine di portare all’attenzione della politica numerose problematiche che interessano non solo la città, ma più in generale costituiscono temi con riflessi anche a livello regionale».