Il Partito democratico ricomincia da Marco Alessandrini. E’ suo il miglior risultato nel sondaggio per il canddiato sindaco, che ieri sera il segretario regionale Silvio Paolucci ha mostrato ai competitor del partito, mettendoli di fronte alla realtà dei numeri.
Il modo netto con cui Alessandrini ha prevalso, nell’ordine, su Vittoria D’Incecco, Moreno Di Pietrantonio e Antonio Blasioli ha fatto ipotizzare per un attimo l’annullamento delle primarie, ma così non sarà: per iscriversi c’è tempo fino alle 11 di domani e saranno primarie con ballottaggio, se nessuno supera il 50% al primo turno. Moreno Di Pietrantonio è convinto di poter dire la sua; si vocifera che potrebbe forse rinunciare Enrico Paolini, non Antonio Blasioli. Non si candiderà Vittoria D’Incecco, che il partito non vuole distogliere dal ruolo di deputata. Non può tirarsi indietro, a questo punto, Marco Alessandrini: «E’ giusto che le primarie si facciano» ha dichiarato lui che avrà così modo di verificare la corrispondenza del sondaggio con gli umori del popolo di centrosinistra. Capogruppo per un annetto in consiglio comunale, ruolo poi assunto da Di Pietrantonio, Alessandrini s’è sottratto ai conflitti dell’aula per dedicarsi a temi e obiettivi a lui più cari: scelta che oggi lo premia se è vero che il 65% delle mille persone scelte a campione per il sondaggio riconosce a lui più che agli altri onestà, capacità di risolvere i problemi della città e affidabilità sul piano politico. E sempre lui è in grado di calamitare più voti dal centrodestra e piace anche ai grillini. Lo stesso sondaggio dice pure che il candidato sindaco del centrodestra - Testa, Masci o Mascia che sia - sarebbe sotto, e di parecchio, nel confronto con Alessandrini e D’Incecco. Di Pietrantonio avrebbe la meglio contro due avversari su tre.
«MI STO ORGANIZZANDO»
«Vedo risalire le mie quotazioni, dunque c’è poco da dire, mi sto organizzando» è la sua risposta a chi gli chiede se accetterà di correre a sindaco. Nel 2009 su di lui prevalse Albore Mascia, nel momento più buio del Pd. Oggi la situazione è diversa: i pescaresi sanno valutare i cinque anni del sindaco Mascia e Alessandrini può prendersi la rivincita se con umiltà saprà unire le anime litigiose del Pd. Di sicuro saprà ascoltare, lo ha sempre fatto. Una cosa però Alessandrini l’ha chiesta al partito: che siano primarie vere e non affollate, per non rischiare di disperdere energie.
BECCI E DI BIASE AL LAVORO
E’ mutato invece lo scenario per Daniele Becci e Licio Di Biase. Il primo sta lavorando a una lista civica per portare la voce dell’imprenditoria dentro Palazzo di città, forte dei sette punti che ha indicato per ridare velocità a una Pescara che viaggia col freno a mano tirato. Proposte che Becci, ieri tempestato di telefonate di sostegno e tirato per la giacchetta da sinistra e destra, può portare da candidato sindaco o, se non ci saranno le condizioni, mettere a disposizione di altri: non fa differenza se a raccogliere le proposte sarà il centrosinistra o il centrodestra, l’importante è che passi il messaggio. Quanto a Di Biase, il piano del Pd per far cadere Mascia con le dimissioni di 21 consiglieri è sempre possibile ma, all’esito del sondaggio, non è più legato a una candidatura a sindaco dell’esponente Udc. Far fuori Mascia potrebbe poi non essere la scelta giusta se favorirà la candidatura del più temuto Guerino Testa, che il sondaggio Pd mette al primo posto per il centrodestra.