Sostegno al governo Renzi con la stessa maggioranza di quello Letta, verifica immediata del programma di azione. È la posizione espressa da Alfano al termine dell’incontro con il premier incaricato. «Noi vogliamo che questo possibile nuovo governo nasca con la stessa maggioranza che ha sostenuto il governo di Enrico Letta - ha premesso il leader di Ncd - Se è la stessa per noi va bene, se si allarga a sinistra per noi va bene». Alfano quindi ha commentato positivamente il fatto che Sel non sosterrà il nuovo governo. «È emerso abbastanza chiaramente che Vendola non c’è, questo possiamo ritenerlo un primo scoglio superato. Si va profilando l’ipotesi della stesa maggioranza che ha sostenuto Enrico Letta», ha chiarito Alfano. Poi il leader di Ncd ha spiegato che mercoledì ci sarà una riunione della maggioranza sul programma. «Abbiamo già pronti disegni di legge a favore delle famiglie - ha detto Alfano - Per noi la famiglia è il punto principale, il capito fisco è il punto principale». Sul lavoro Alfano ha detto che «più si smonta la Fornero più si creano posti di lavoro» e ha insistito sulla difesa del «ceto medio». La riunione di maggioranza - ha sottolineato Alfano - servirà a verificare «la compatibilità sui programmi» delle forze che sosterranno il governo. «Vogliamo un garantista alla Giustizia e all’Economia uno che non sia in contrasto con le nostre idee», ha aggiunto il vicepremier.
LEGA - «Con Renzi non ci siamo trovati d’accordo su nulla». È invece la posizione della Lega espressa da Matteo Salvini. Il segretario del Carroccio incontra il leader del Pd e non va per il sottile. «Se Renzi verrà in Aula per riportare a Roma competenze e soldi non ci stiamo e la Lega è dell’altra parte della barricata», spiega Salvini ai giornalisti dopo essere stato ricevuto dal premier incaricato.
SEL - No al sostegno a Renzi anche da Sel. «Il premier incaricato ci ha illustrato la sua agenda, titoli naturalmente condivisibili, il problema è lo svolgimento - ha detto Nichi Vendola, al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio incaricato - Siamo indisponibili a partecipare o a contribuire alla nascita di un esecutivo che si fonda sul compromesso tra centrodestra e centrosinistra». Vendola ha però precisato che quella di Sel «non sarà un’opposizione faziosa e pregiudiziale».
SCELTA CIVICA - Di segno opposto la posizione di Scelta civica, intenzionata a «partecipare profondamente alla fase di cambiamento radicale del Paese». La strada che dovrà portare Renzi al nuovo governo, con i nodi dell’Economia e degli altri ministeri chiave ancora da sciogliere, è già un percorso a ostacoli. Il numero uno dei democratici non si tira indietro ma ha bisogno di tempo. Se infatti la road map per le riforme sembra ormai ben delineata, per la squadra di governo toccherà aspettare almeno fino a venerdì.
«VENERDÌ LA LISTA DEI MINISTRI» - Quel giorno, spiegano fonti dei democratici, Renzi molto probabilmente salirà al Colle per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. Il giuramento dovrebbe quindi essere sabato. Slitta così anche la fiducia in Parlamento, che a questo punto dovrebbe svolgersi a metà della prossima settimana. Un calendario confermato da Graziano Delrio: il nuovo esecutivo sarà pronto «entro il fine settimana. Il lavoro procede bene - ha spiegato ad avvio di consultazioni il braccio destro di Renzi -. Siamo tranquilli». Nelle stesse ore però una sorta di invito alla cautela è arrivato dalla presidente della Camera. Per sapere se sia fattibile calendarizzare le riforme istituzionali già entro febbraio bisogna «aspettare il governo», è la convinzione di Laura Boldrini.
MERCOLEDì BERLUSCONI - Nel primo giorno di consultazioni, lungo giro di incontri per Renzi. In mattinata il premier incaricato ha visto il Cd di Tabacci, Fratelli d’Italia e altri partiti minori, mentre nel pomeriggio è stata la volta di SvP, Lega e Scelta Civica. E poi ancora Sele il Nuovo centrodestra di Alfano. Nella pausa pranzo il premier incaricato ha visto Cuperlo. Il leader della minoranza Pd potrebbe aver consegnato a Renzi il documento messo a punto dalla minoranza Pd per orientare la politica economica dell’esecutivo. Mercoledì sarà la volta di Forza Italia, con Berlusconi in delegazione (a poco meno di tre mesi dalla decadenza dal ruolo di parlamentare), e del Pd.
5 STELLE DICE SÌ- Quanto al Movimento Cinque Stelle, Grillo e Casaleggio hanno spiegato di considerare le consultazioni una «farsa», ma poi hanno deciso di far scegliere la base, che ha votato online fino alle 22: il Movimento andrà alle consultazioni. Ridottissimo il margine di voti: i sì sono stati 20.843, i no 20.397 (gli aventi diritto erano 85.408). Quindi mercoledì alle 13.45 una delegazione composta da Beppe Grillo e i capigruppo di Camera e Senato, D'Inca' e Santangelo, incontrerà il premier incaricato: l'appuntamento - in origine previsto per la mattinata, ma rinviato per consentire all'ex comico di rientrare da Sanremo - sarà trasmesso in diretta streaming. Solo martedì pomeriggio dal suo blog Grillo continuava a criticare Renzi, accusandolo di essere come «l’Arlecchino servitore di due padroni, Berlusconi e De Benedetti».
IL GIRO DI INCONTRI - «Consideriamo» il governo Renzi «utile per la dimensione dell’impatto di speranza che ha creato nel Paese e per il respiro di legislatura che dà » ha fatto sapere Bruno Tabacci, dopo l’incontro a Montecitorio. «Renzi è l’ultima carta gli auguriamo successo» . Il movimento di Fratelli d’Italia si è detto pronto a una «opposizione responsabile» in Parlamento. «Valuteremo nel merito ogni singolo provvedimento del nuovo governo» l’annuncio di Giorgia Meloni. Pier Ferdinando Casini con i movimenti Per l’Italia e Udc ha voluto dettare a Renzi le sue condizioni: da una parte un governo con un «orizzonte di legislatura» e «concentrato sulle priorità del lavoro, delle famiglie e delle imprese», dall’altra una riforma della legge elettorale che sia «logicamente e temporalmente connessa alla riforma costituzionale che superi il bicameralismo».
IL LEADER DEL PD «SI PERDE» A MONTECITORIO- La giornata di Renzi alla Camera è cominciata un po’ sottotono. Visibilmente a disagio, a piedi e da solo, il premier incaricato ha varcato uno dei portoni laterali di Montecitorio scortato dai commessi, ai quali ha chiesto più volte informazioni su dove dovesse andare. Una volta dentro Renzi ha anche iniziato a cercare Delrio. «Ci siamo persi Graziano...», la sua preoccupazione. Anche in questo caso a rassicurarlo ci ha pensato uno dei commessi: «No, Delrio è già arrivato e la sta aspettando».