PESCARA Ancora una settimana di attività e poi il Ferrotel di via Michelangelo chiuderà in maniera definitiva. A scongiurare la dismissione della struttura, che da decenni ospita i ferrovieri in transito nella stazione di Pescara, non sono bastati né l'appello dell'ottobre scorso dei lavoratori dell'albergo, né la lettera inviata dal sindaco Luigi Albore Mascia al ministero. I sette dipendenti della struttura si sono sentiti abbandonati, lasciati in disparte nonostante il grido d'allarme di cinque mesi fa rivolto a istituzioni cittadine e regionali. Qualche consigliere regionale sembrava essersi interessato alla questione ma poi non si è saputo più nulla. Oggi, se per i lavoratori resta solo la rabbia per una situazione che non accettano (visto che il Ferrotel è pienamente funzionante e apprezzato da chi lo frequenta), per la città c'è il grande rischio di subire un ulteriore depotenziamento dello scalo ferroviario. La struttura resterà aperta fino al 28 febbraio, mentre i sette addetti ((Rita Serino, Michele Falcone, Antonella Colangelo, Annabruna Siciliano, Angela Siciliano, Gabriele Gentile e Fabrizio Fusco, quasi tutti impiegati da oltre venti anni) resteranno al lavoro fino al 21 marzo per smantellare l'hotel. Tutti gli arredi verranno smontati e poi dovrebbero essere donati in beneficenza alla Protezione Civile. I lavoratori avevano anche promosso una petizione con i ferrovieri in transito, ma poi, dopo centinaia di firme raccolte hanno desistito perché i vertici aziendali gli hanno fatto sapere che sarebbe stata inutile qualsiasi azione, perché la decisione di chiudere era ormai presa. La struttura alberghiera è gestita dalla Ferservizi spa (una società del gruppo Ferrovie dello Stato) che ha subappaltato alla società cooperativa Clean Service di Roma. Il Ferrotel di Pescara registra quasi 18 mila pernottamenti all'anno, ma nonostante questo rischia di trasformarsi in un'altra struttura in pieno centro abbandonata. I sette dipendenti sperano in un possibile trasferimento ad Ancona (struttura che rientra nello stesso appalto di Pescara) o negli ammortizzatori sociali, anche se denunciano come non siano ancora riusciti ad avere un incontro con l'ispettorato del lavoro. «Esprimo tutta la mia solidarietà personale e di sindaco», dice Mascia, «e ovviamente non nascondo la preoccupazione per la chiusura, che ormai sembrerebbe imminente, del Ferrotel, una chiusura che era inizialmente trapelata lo scorso ottobre e che ormai sembrerebbe irrevocabile. Sono preoccupato per la sorte dei dipendenti che attualmente gestiscono quella struttura, ma sono preoccupato anche per il destino di quel manufatto situato praticamente in pieno centro, a ridosso dello scalo ferroviario, e che certamente non può né essere abbandonato né tantomeno trasformato in una cattedrale nel deserto. Per tale ragione chiederò delle certezze a Rete ferroviaria italiana. Chiederò certezze sul futuro utilizzo del manufatto e soprattutto sul futuro occupazionale e sulle opportunità offerte ai dipendenti, aprendo anche un’interlocuzione sindacale se necessario. La chiusura del manufatto assume tutti i contorni di una scelta preoccupante che necessita di opportuni approfondimenti e valutazioni, perché, al di là dell’evidente perdita di posti di lavoro, che oggi non ci possiamo permettere, non vorrei che la sua dismissione corrispondesse al taglio di ulteriori collegamenti notturni, notizia che a oggi non troverebbe conferme, anche a fronte di un contatto avuto nelle scorse settimane con Ferrovie italiane».