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Pescara, 24/11/2024
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Data: 22/02/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso il voto a Pescara - I tre giorni decisivi per Testa e Mascia. Paolini si ritira e appoggia Alessandrini

Saranno decisivi i prossimi tre giorni per il centrodestra pescarese. Martedì ad un tavolo romano, dove si siederanno Schifani e Matteoli, si decideranno le sorti degli aspiranti candidati sindaco e il nome di colui che, a maggio, si sfiderà con il vincitore delle primarie del centrosinistra. Martedì 25 febbraio, appunto, data entro la quale anche l’opposizione a palazzo di città dovrà raggiungere un obiettivo ambizioso: far cadere il governo Mascia. A questo, da giorni, stanno lavorando i consiglieri del Pd, a cui manca solo l’appoggio dell’Udc per riuscire nel colpaccio. Ma se le firme dei quattro centristi non dovessero arrivare entro quel giorno, per legge l’eventuale commissariamento si protrarrebbe fino a dicembre e le elezioni slitterebbero a fine anno. Un’eventualità che non gioverebbe a nessuno, a cominciare dai consiglieri, sia di destra che di sinistra, che perderebbero il gettone dovendo sobbarcarsi una lunga campagna elettorale lontano dal Comune.
Ma l’ipotesi, per ora, resta in piedi e il sindaco Mascia sa che se l’avventura dovesse chiudersi in anticipo la strada per una sua candidatura bis si farebbe davvero in salita. Come se non lo fosse già abbastanza. Federica Chiavaroli, vicepresidente di Ncd in Senato, ha infatti degli ottimi motivi per ritenere che alla fine si convergerà sul nome di Guerino Testa. «A maggio non si voterà solo a Pescara, ma anche alla Regione e in altri 25 capoluoghi - spiega la Chiavaroli -. Noi non abbiamo chiesto nulla nel resto d’Italia, non abbiamo avanzato pretese, eccetto la candidatura di Testa. La coalizione dovrà tenere conto dei suoi alleati, del Nuovo centro destra, e quindi penso che la nostra richiesta verrà accordata». In caso contrario, la Chiavaroli non esclude strappi con Forza Italia anche a livello nazionale, specie se l’accordo non si dovesse raggiungere per timore che Mascia possa correre da solo a maggio: «Il sindaco uscente ha sempre detto che la decisione spetta a Roma e così sarà». Ma in questi giorni è circolata con forza anche l’ipotesi di una candidatura del leader di Pescara Futura, Carlo Masci, sulla quale, però, la senatrice non ha dubbi: «Non si è mai detto disponibile e ora è troppo tardi per cercare un accordo politico in tal senso».

Paolini si ritira e appoggia Alessandrini
Si riduce a sei il lotto degli sfidanti nel centrosinistra

Protagonisti di una drammatica stagione cinque anni fa, fedeli alleati oggi. Curioso il destino di Enrico Paolini e Marco Alessandrini, che ieri si sono presentati alla stampa, uno accanto all’altro, il primo per annunciare il suo ritiro dalla candidatura a sindaco e criticare in qualche modo l’ingorgo creato anche dal suo partito: Troppi sette candidati alle primarie». Il secondo per ringraziare l’amico: «Sono compiaciuto della scelta di Paolini di camminare al mio fianco in questa avventura». Due esponenti del Pd che oggi stringono un patto di alleanza dopo aver camminato sui carboni ardenti cinque anni fa. Paolini era vice presidente della giunta regionale quando scoppiava Sanitopoli. Alessandrini fu chiamato a misurarsi nella difficile sfida con Albore Mascia dopo l’inchiesta che portò agli arresti domiciliari Luciano D’Alfonso, prima dell’assoluzione piena nel processo di primo grado. Il nome dell’ex giudice assassinato da Prima linea poteva servire in quel momento per spegnere i fumi che uscivano dai tribunali. Alessandrini fu chiamato all’ultimo momento, dopo che il suo partito aveva bruciato, proprio come oggi, una selva di candidati. Ma quando partì con il suo comitato di piazza Unione, a pochi giorni dal voto, non trovò allacciata neanche la spina del fax. Oggi ha dalla sua la forza dei sondaggi. I pescaresi si sono già pronunciati sulla sua affidabilità. Resta da superare l’ostacolo del 9 marzo, le primarie di coalizione che lo porteranno a misurarsi con i due compagni di partito: Moreno Di Pietrantonio e Antonio Blasioli; il presidente della Laad, Gianni Cordova; l’ex esponente di Fli, Gianni Teodoro, pronto a rispolverare la lista di famiglia, e il chirurgo Giorgio D'Amico, socialista di prima ora, già protagonista in passato di altre apparizioni nelle sfide di Palazzo di città (chi ricorda la lista civica La Farfalla?). Sono dunque sei, dopo il ritiro di Paolini, i candidati alle primarie del centrosinistra.
Alessandrini non avverte più il senso di solitudine di cinque anni fa: «Rispetto al 2009 c’è un lasso di tempo ampio per costruire un programma vasto e di contenuti. Quello che mi sta molto a cuore è il tema della qualità della vita dei cittadini». E ricorda (forse memore di quel fax senza spina) il detto africano che dice: insieme si fa molta strada. Paolini lancia un altro assist: «Marco avrà il sostegno del circolo Pd di Porta nuova che aveva proposto la mia candidatura. Ha tutte le caratteristiche per fare il sindaco di Pescara: legalità, competenza, amicizia, sono le cose che ci uniscono».
Poco prima, nella stanza a fianco del Comune, Gianni Teodoro aveva lanciato la propria candidatura a sindaco: «Parteciperò alle primarie per dare un forte contributo dell’area moderata al centrosinistra». Lo strappo con Daniele Toto? «Voleva fare una lista liberale, ma non era questa la strada decisa da Fini alla Costituente del partito». C’è tuttavia chi sospetta una lite tra i due sui nomi dei candidati per le Regionali, che Gianni Teodoro nega nel modo più assoluto. Le aspettative restano comunque alte: «Vedrete, porteremo la nostra lista ad un risultato a doppia cifra e se non dovessi essere io a vincere le primarie per il sindaco, sarò candidato alle regionali, sempre con la Lista Teodoro, al fianco di Luciano D’Alfonso».

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