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Pescara, 25/11/2024
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Data: 22/02/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Nasce il governo Renzi: fino al 2018. Oggi il giuramento: 16 ministri, per metà donne. Il premier: mi ci gioco la faccia. Alfano esulta: niente deriva a sinistra

ROMA Giureranno questa mattina in Quirinale: 16 ministri, di cui 8 donne. É il governo Renzi, età media 46 anni. La svolta generazionale per ora è l’unica certezza, la prima promessa mantenuta dal premier incaricato che ieri ha sciolto la riserva e letto la lista dei ministri.
Il rottamatore è salito al Colle alle 16,30. Alle 18.46 dalle stanze di Napolitano ha twittato “Arrivo,arrivo!”. Ed è stata quasi una liberazione per la rosa dei candidati ai dicasteri, incerti fino all’ultimo istante che l’impegno assunto alla vigilia sarebbe stato mantenuto. L’iter per ottenere la fiducia al governo inizierà lunedì al Senato con il discorso programmatico. La «squadra» è quella uscita dall’ultimo vertice con il leader dell’Ncd Angelino Alfano. Il quale rimarrà ministro dell’Interno ma lascerà la carica di vice, perdendo dunque quel «trattino» che nel passato governo lo legava stretto a Enrico Letta. In compenso l’Ncd si ritiene soddisfatta: Beatrice Lorenzin (Salute) e Maurizio Lupi (Infrastrutture) conservano i loro ministeri e c’è l’impegno a far durare la legislatura fino al 2018 quando si voterà con una nuova legge elettorale e senza il Senato.
DISCONTINUITA’

«Spero di aver indossato il vestito giusto», «scusate se ho fatto una pausa troppo lunga»: il discorso di presentazione del premier in pectore è stato infarcito di questa espressioni. Un senso di discontinuità anche lessicale, se vogliamo. «Il nostro maggiore elemento di forza è la concretezza», ha insistito esibendo il un fare molto disinvolto. E quando gli è stato chiesto, semmai dovesse fallire, se sarebbe disposto a dimettersi, il segretario Pd ha risposto: «In questa vicenda per come sono andate le cose molti di noi si giocano qualcosa di più della carriere, si giocano la faccia, rischiamo per l’amore dell’Italia, il Paese non ha alternative». Il nodo più difficile da sciogliere è stato la scelta del ministro dell’Economia, caduta poi su Pier Carlo Padoan. La sorpresa Federica Mogherini agli Esteri al posto di Emma Bonino.
BRACCIO DI FERRO

Sia Renzi che il presidente Napolitano hanno ringraziato Enrico Letta. Il capo dello Stato ha parlato di «clima di collaborazione istituzionale». Perché non c’è stato nessun braccio di ferro. «Le due ore e mezza di oggi non sono state di incontro tra me e il presidente incaricato ma di lavoro parallelo - ha spiegato Napolitano - io ho fatto un po’ il mio lavoro diciamo di routine».
In quanto alla possibilità che il prossimo sia un governo di legislatura l’inquilino del Quirinale è stato prudente, ha scisso i reciproci destini. «La mano sul fuoco - ha detto - non la possiamo mettere, speriamo che tutto vada per il meglio». Numeri alla mano Il governo Renzi nascerà con 4 ministeri senza portafoglio in meno: Pari opportunità, Sport e politiche giovanili, Affari europei, Coesione territoriale e Integrazione.
Tra gli apprezzamenti della prima ora merita una citazione il plauso della presidente della Camera Laura Boldrini che ieri ha ricevuto Renzi nel suo studio, «Sulle Pari opportunità ti sei comportato bene», ha detto accogliendolo. E Renzi ha scherzato«...è su tutto il resto che...».
Silvio Berlusconi non ha mai nascosto le sue simpatie per il rottamatore. Ieri non gli ha risparmiato però qualche stoccata. Ai giovani dei club Forza Italia, riuniti nella sede di piazza San Lorenzo in Lucina, ha ricordato che l’ex sindaco di Firenze «ha la maggioranza nel suo partito», «ma non in Parlamento, dove molti deputati Pd sono dalemiani e bersaniani».
Finirà sotto il fuoco amico? : «Speriamo faccia bene, lo aspettiamo alla prova dei fatti». Nel caso qualcuno potesse equivocare il Cav ha integrato ilsuopensiero: «É matematico, alle prossime elezioni vinceremo noi».

Alfano esulta: niente deriva a sinistra
Il leader Ncd confermato al Viminale: «Renzi ci ha garantito
che questo è un governo nato per durare e cambiare l’Italia»

ROMA Si sentono i grandi vincitori di questa partita. Dicono di se stessi, Alfano e gli altri: «Non solo abbiamo il Quid. Abbiamo pure il Quod!». Ossia, coraggio, bravura, caparbietà nel fronteggiare Renzi che è un osso duro e spuntare tutto ciò che volevano. «Non potevamo desiderare di più e di meglio». Ecco il mood di Alfano. Il Nuovo Centrodestra porta a casa tre ministri, come voleva, ma soprattutto - fa notare Alfano ai suoi - «abbiamo fatto passare la nostra visione politica, un programma non sbilanciato a sinistra, un percorso di riforme solo alla fine del quale si andrà a votare».
E però, se prima c’era il governo Letta-Alfano adesso non c’è il governo Renzi-Alfano. Non è vice-premier Angelino, ma pazienza. Lui tiene il Viminale, come voleva. E gli altri due ministri alfanei, Lorenzin e Lupi, restano ai loro posti. Nonostante il fuoco che le lobby di Forza Italia gli hanno scatenato addosso in queste settimane. Ma niente. Se fosse Checco Zalone, Angelino canterebbe: «Siamo una squadra fortissimiiiii....». Ma non lo è. Il suo entusiasmo lo esprime così: «Molto bene la squadra. Il Nuovo Centrodestra non poteva chiedere o desiderare di più. Per l’Italia, avanti tutta».
Anche se non è detto che legare l’approvazione della riforma elettorale alla riforma del Senato, ossia metterla su binari lunghi e non di alta velocità, sia garanzia assoluta che non si dava al voto presto. Nel senso che questo tipo di accordo andrà poi verificato nei fatti e Renzi, come si sa, è uno che cambia spartito da un momento all’altro. Così come non è detto che Berlusconi, le cui incursioni filo-governative o addirittura sottilmente entriste nel governo infastidiscono assai gli alafaniani, siano un pericolo scampato. Anzi, i movimenti di Silvio in Senato, per raccogliere una pattuglia di desperados pronti a dare fastidio al Nuovo Centrodestra, continuano senza requie. Di fatto, però, e qui il successo di Alfano è nettissimo, «Renzi ci ha garantito che questo governo è nato per durare e per cambiare l’Italia». Sul fisco, sulla famiglia, sul lavoro e su altre questioni fondanti - tra cui quella dello ius soli su cui si sta ancora lavorando - la pervicacia e la secchioneria con cui gli alfanei hanno battuto e ribattuto sui propri temi alla fine ha avuto la meglio sull’atteggiamento di Renzi. Sulle prime piuttosto di chiusura. O di sottovalutazione di quella parte politica rappresentata da Angelino.
QUASI AMICI

Matteo e Alfano sono ora diventati quasi amici? Certo tra i due il feeling non sarà come quello che avevano Letta e Alfano. Ma l’intesa politica è stata raggiunta. E ora si vedrà come congelare l’Italicum, se con il famoso emendamento Lauricella. O attraverso altre vie. Magari partendo dall’approvazione dell’Italicum alla Camera e lasciandolo congelato in attesa che passi la riforma costituzionale. L’ex ministro Quagliariello, ieri, ha lavorato a queste questioni fino a sera.
Far sapere all’Italia che il Nuovo Centrodestra è roba tosta - «Quando uno impara ad avere coraggio, e noi lo abbiamo avuto nella rottura con Berlusconi, poi ci prende gusto» - è stato l’obiettivo raggiunto dagli alfanei. I cui ministri, questo il ragionamento circolante ieri nel partito, «si sono fatti da soli questa volta». Ovvero: nel governo Letta non si capiva bene chi avesse fatto ministri Alfano, Quagliariello, la Lorenzin e gli altri, visto che poi hanno scoperto che non li aveva fatti Berlusconi. Adesso, stanno lì perchè Alfano ha lottato politicamente, in una trattativa lunga e laboriosa con Renzi, per dare l’impronta del Ncd a questo esecutivo. «Il nostro partito è nato veramente in questa settimana», si compiacciono gli alfanei. Una settimana di passione cominciata domenica scorsa con Berlusconi che li ha chiamati «utili idioti» («inutili idioti» è stata la replica di Angelino verso certi forzisti), proseguita con il braccio di ferro con Renzi che li avrebbe voluti docili e remissivi, riempita di sangue politico e di veleni, e popi conclusa quasi alla vigilia della presentazione della lista dei ministra da parte di Renzi. «E Angelino s’è rivelato un leader vero», con il Quid e con il Quod, dicono i suoi.
Si tratta di vedere quanto però Renzi, che resta un po’ sfuggente su questo punto, sarà capace di resistere alle sirene berlusconiane. Visto che il Cavaliere usa l’accordo sulle riforme istituzionali per essere di fatto di lotta e di governo nei confronti di questo esecutivo. La durata e l’efficacia del governo è la scommessa del Nuovo Centrodestra anche perchè, con il tempo, Berlusconi rischia di appannarsi e di far risultare il Nuovo Centrodestra come il vero centrodestra. L’obiettivo finale degli alfanei sta in questa sostituzione politica.

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