PESCARA Le Rsa (Rappresentanze sindacali aziendali) dell'Aeroporto d'Abruzzo a Pescara hanno proclamato lo stato di agitazione preannunciandoo azioni, da portare avanti a breve, che potrebbero arrivare «al blocco delle attività aeroportuali». Le Rsa,chiedono che la vertenza dello scalo pescarese «venga risolta al più presto». All'origine della protesta c'è l'impugnativa, da parte del governo presieduto all’epoca da Enrico Letta, della norma con cui la Regione avrebbe dovuto finanziare per 5 milioni 573 mila euro il Piano marketing 2013 della Saga, la società che gestisce lo scalo. Le Rsa parlano di «negligente disattenzione e noncuranza della classe politica abruzzese, confermata dalla convocazione dell'assemblea straordinaria dei soci Saga per il 10 marzo, che potrebbe determinare la chiusura dell'aeroporto». «L'intero comparto aeroportuale abruzzese, che genera un impatto occupazionale complessivo di oltre 1.500 unità, volano dell'economia regionale da decenni», affermano in una nota congiunta i rappresentanti sindacali Nino Di Bucchianico, Mario Marcucci, Vanessa Di Medio e Roberto Di Pietro, «rischia di scomparire nella totale e colpevole indifferenza delle istituzioni, con l'aggravante che a pagarne le conseguenze sarà tutto il sistema produttivo e turistico della regione. Le Rsa, evidenziando la totale mancanza di interesse e l'assenza di risposte concrete nei confronti di Saga, richiamano i vertici regionali a rispettare gli impegni assunti e la direzione aziendale a rispettare le corrette relazioni sindacali».