Le rappresentanze sindacali aziendali dell’Aeroporto d'Abruzzo dichiarano lo stato di agitazione e preannunciano azioni, da portare avanti a breve, che potrebbero arrivare «al blocco delle attività aeroportuali». Le rsa, che lanciano «l'ennesimo grido d'allarme con forte apprensione», chiedono che la vertenza dello scalo «venga risolta al più presto». All’origine della protesta c'è l'impugnativa, da parte del Governo Letta, della norma con cui la Regione avrebbe dovuto finanziare per 5 milioni 573 mila euro il Piano marketing 2013 della Saga, società che gestisce lo scalo. Tre giorni fa è arrivata un’altra tegola: la Regione ha chiesto alla Saga giustificativi per 2,5 milioni relativi al 2011. Il timore, che per qualcuno diventa sospetto, è che tutto questo non sia casuale. Le rsa parlano di «negligente disattenzione e noncuranza della classe politica abruzzese, confermata dalla convocazione dell'assemblea straordinaria dei soci Saga per il 10 marzo, che potrebbe determinare la chiusura dell’aeroporto». «L’intero comparto, che genera un impatto occupazionale complessivo di oltre 1.500 unità - affermano in una nota Nino Di Bucchianico, Mario Marcucci, Vanessa Di Medio e Roberto Di Pietro -, rischia di scomparire nella totale e colpevole indifferenza delle istituzioni e a pagarne le conseguenze sarà tutto il sistema produttivo e turistico della regione».