VASTO Un anno fa, nel porto di Punta Penna, a Vasto, è avvenuta una vera e propria rivoluzione con l'avvio del sistema di trasporto merci tramite navi portacontainer. Il cosiddetto «servizio feeder», attivato in collaborazione con la Trieste Maritime Group e la Maersk, azienda leader nel mondo, ha permesso di collegare il porto di Vasto, diventato scalo di raccolta, con l'hub port di Trieste, da cui poi le merci raggiungono destinazioni come Egitto, Libano, Turchia, Bulgaria, Russia, Arabia, Emirati, India, Pakistan, Sri Lanka, Cina, Thailandia e Giappone. Una sponda alabardata per avvicinarsi con autorevolezza ai mercati consolidati ed emergenti.
Nel primo anno di attività, con 40 collegamenti effettuati tra Vasto e Trieste, sono stati trasportati oltre 2mila container per un valore di merce fatturata in export/import di circa 5.100.000 euro, oltre a un fatturato di servizi portuali di 500mila euro. Le aziende clienti puntano molto sul «servizio feeder» poiché, a causa della mancanza in Abruzzo di porti attrezzati per il traffico container, prima si dovevano utilizzare necessariamente gli scali di Napoli, Salerno, Ancona e Bari. La minor distanza con il porto di imbarco o sbarco genera, oltre a un positivo impatto ambientale conseguente al minor traffico su gomma, una economia sul trasporto stradale di circa 300 euro a container: un risparmio notevole per le aziende del territorio. Va poi detto che un traffico importante per Punta Penna è rappresentato dai Vans della Sevel: ben 10mila Vans movimentati che raggiungono l'Ucraina, la Turchia e Capodistria. A un anno dall’avvio del collegamento tra il porto di Vasto e quello di Trieste, gli operatori marittimi, gli spedizionieri e i rappresentanti delle aziende del territorio si sono incontrati per tracciare un primo bilancio e gettare le basi per lo sviluppo futuro che lascia indulgere all’ottimismo.
«Quella che era una sfida - ha detto Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti - oggi ha dimostrato di avere l’autonomia per consolidarsi e affermarsi come elemento strategico di competitività. L’efficienza nella logistica è uno dei parametri più importanti per il sistema industriale locale».
«Il porto di Vasto è diventato un pezzo della nostra banchina - ha aggiunto Marco Zollia, responsabile marketing della Trieste Marine Terminal - e, oltre al servizio offerto alle aziende, mi piace sottolineare i benefici ambientali conseguiti, evitando il transito di oltre mille camion sulla lunga distanza, per un totale di 270mila chilometri stradali di percorrenza evitata. Per non parlare delle minori emissioni in atmosfera, con oltre 200mila chilogrammi di CO2 e una sensibile riduzione di particolato e ossido di azoto. Ai minori costi di trasporto si è associato un maggiore introito per le tasse portuali e i diritti doganali riscossi. Ma la cosa che più conta è che la merce del territorio fa scalo nel porto del territorio, con indubbi vantaggi per le aziende e una maggiore flessibilità nella logistica. Il prossimo anno cercheremo in tutti i modi di favorire un incremento del traffico export, anche puntando su connessioni intermodali con alcune nazioni del Nord e dell’Est Europa».