Da una parte un Toto che rompe con Gianni Teodoro ma strizza l’occhio a Scelta civica e non solo per ampliare e potenziare il suo polo centrista oggi a sostegno di Luciano D’Alfonso; dall’altro c’è l’Udc che con il riconfermato segretario nazionale Lorenzo Cesa è pronto ad appoggiare Renzi al governo ma senza rompere col centrodestra. Assestamenti e turbolenze in contesti diversi e separati, ma che calati su Pescara indicano un fatto: si gioca al centro la partita per le elezioni, a cominciare dalla candidatura a sindaco in un centrodestra sempre più diviso e che adesso comincia a prendere atto - Udc e Ncd per primi e ora anche Fratelli d’Italia - dell’esigenza di parlare di primarie.
La posizione dell’Udc, definita al congresso nazionale concluso l’altra notte, ha ridato vigore alle voci di chi come Licio Di Biase ed Enzo Dogali si oppone alla ricandidatura del sindaco uscente, difeso ormai solo e soltanto da Forza Italia. «Il nostro no a Luigi Mascia è netto - dice Di Biase -, è lui che ha creato un sacco di casini e se non ce lo togliamo di torno questa città chiude. Ecco perché l’Udc si deve preoccupare dell’Abruzzo e da qui deve ripartire aprendo subito una serie di verifiche» aggiunge Di Biase, che però la sua scelta personale l’ha già fatta, visto che si sta spostando a sostegno di D’Alfonso.
Di necessità di primarie per la scelta del candidato sindaco di centrodestra parla oggi anche Fratelli d’Italia per voce del leader Roberto Petri: «L’unità della coalizione è un punto di partenza per noi irrinunciabile e la convergenza su Albore Mascia non c’è, anzi, sul sindaco uscente c’è una profonda spaccatura: ce lo dice la gente che è venuta a farci visita al nostro gazebo per le primarie delle idee e che non ne può più di questo tira e molla. Allora dico con serenità che è meglio fare le primarie». Sembra di sentire Federica Chiavaroli, senatrice di Ncd che, con le stesse motivazioni, sostiene da sempre la candidatura a sindaco del suo Guerino Testa, ritenuto in grado di risollevare le sorti di una coalizione in ribasso per lo scarso appeal di Mascia. Resta in piedi con forza anche l’ipotesi del terzo uomo, quella cioè di Carlo Masci, anche in considerazione di una sua riconferma tutt’altro che scontata in Regione. Finora ha negato una disponibilità in tal senso indicando semmai il suo delfino Fiorilli, ma se la coalizione decide per le primarie allora non si tirerà indietro. Ce n’è quanto basta per prevedere una vivace discussione domani a Roma al tavolo della commissione presieduta da Altero Matteoli. Nazario Pagano riproporrà il nome di Mascia. Il rischio, se si sceglierà di puntare su un nome diverso, è che il candidato alternativo finirà per pagare per colpe non sue. Nel centrosinistra è Daniele Toto ad animare il confronto tenendo incontri e riunioni per possibili alleanze delle sue liste, Abruzzo liberale e Liberali per Pescara, con Ali di Oscar Giannino, Scelta civica e l’ex Fare per fermare il declino, da cui è nata Alleanza liberaldemocratica per l’Italia.