ROMA «Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'Irap per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe». È già tutta in questa breve frase, contenuta nel sommario del Jobs act di Renzi ai primi di gennaio, la sintesi degli interventi che il neonato governo sta approntando in queste ore in tema di tasse e di lavoro e che fa luce anche sull'ipotesi di un aumento della tassazione sui bot avanzata ieri da Delrio. Il sottosegretario ha anche detto di valutare la tassazione delle rendite finanziarie. Ribadito che non ci sarà nessuna patrimoniale, resta infatti il problema di dove reperire le risorse per quell'azione immediata che il governo intende fare per abbassare l'Irpef, calare abbondantemente l'Irap, e avviare così quella scossa per la crescita tanto attesa. «Padoan sa bene quello che si deve fare», ha detto ieri il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. E il ministro dell'Economia, che stami dovrebbe giurare ed essere alla sua scrivania in via XX Settembre, dovrà quindi trovare la strada efficace tra le tante ipotesi avanzate. La riduzione dell'Irpef può costare 5 miliardi se si riducono le prime due aliquote, quelle del 23% e del 27% di un punto, o 2 miliardi se si deve invece elevare la soglia al di sotto della quale non si paga l'imposta (la no tax area). Il calo dell'Irap invece dovrebbe essere finanziato con un aumento della tassazione delle rendite finanziarie. Per quanto riguarda quest'ultime, di recente in Italia c'è stato l'aumento al 20% dell'aliquota del 12,5% per gran parte delle attività finanziarie a cui si è aggiunta l'imposta di bollo e la Tobin tax, mentre per quanto riguarda i titoli di Stato, i rendimenti sono tassati ancora al 12,5%. Ad indicare nuovamente la strada pochi giorni fa Pietro Taddei, responsabile economico del Pd . «Stiamo ragionando sul fatto di uniformare», con un innalzamento, «la tassazione sulle rendite finanziarie, in una logica complessiva di ridurre le tasse complessive, partendo dal lavoro. Non solo l'Irap ma anche l'Irpef. La sfida è come intervenire sulla spesa corrente improduttiva per far sì che ci siano le risorse per ridurre le tasse sul lavoro in maniera permanente». A giocare la partita scende ora in campo il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Il commissario alla spending review Carlo Cottarelli ha annunciato che già oggi è pronto a presentare la sua ricetta di tagli alla spesa e che punta per il 2014-2016 a reperire risorse per almeno due punti di Pil, ovvero circa 32 miliardi, ma con «risparmi significativi» già nel 2014 e nel 2015.