Il premier: "Arriviamo al 2018 a patto di un cambiamento radicale". E propone il rilancio della scuola, lo sblocco totale dei debiti delle imprese, il taglio di oltre il 10% del cuneo fiscale, sostegno al lavoro, novità in campo fiscale. Nella replica: "Critiche per tono usato in aula? Da me mai doppio registro"
ROMA - Rilancio della scuola e un piano straordinario di edilizia scolastica. Sblocco totale dei debiti della Pubblica amministrazione. Riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale. Interventi sul lavoro, con aiuti alle pmi e sussidio di disoccupazione universale. Semplificazione fiscale e riforma della giustizia. Sono i temi centrali del discorso programmatico con cui il premier Matteo Renzi, alle 14 in punto e in un'ora e dieci, chiede la fiducia al Senato. Fiducia che ottiene a notte fonda con 169 voti (quattro in meno di quelli che l'esecutivo Letta aveva avuto Letta l'11 dicembre scorso, subito dopo l'uscita di Forza Italia dalla maggioranza) contro 139. A favore votano Pd, Ncd, Scelta civica, Per l'Italia e gruppo Per le autonomie-Psi-Maie. Contrari Forza Italia, Movimento Cinque Stelle, Lega, Sel e Gal. Superato lo scoglio di Palazzo Madama, il governo Renzi si presenta domattina, a partire dalle 10, alla Camera.
Alcuni dei concetti chiave del suo discorso, il presidente del Consiglio li ribadisce nella replica, che slitta alle 22: "La replica migliore sarà trasformare i vostri suggerimenti in azioni concrete". Ringrazia il senatore Romani del Movimento Cinque Stelle "per il tono critico ma rispettoso", mentre risponde più duramente ai rilievi arrivati in particolare da D'Anna di Gal e Divina della Lega: "Mi chiedete un doppio registro? Sappiate che questo governo non l'avrà mai. Non chiedeteci di essere diversi da ciò che dobbiamo dire. Sarà che, a differenza di altri siamo abituati a stare in mezzo alle persone. Non abbiamo paura di affrontare le piazze". E a chi gli rimprovera di non aver parlato di Sud, risponde: "Noi non faremo frasi fatte, tutte le riforme che ho elencato interessano anche il Mezzogiorno. Vogliamo misurarci sul tema della lotta alla criminalità organizzata, non su temi astratti". Infine, a coloro che hanno sottolineato il fatto che nel suo discorso non abbia mai nominato Napolitano replica: "Il miglior modo per rispettare il capo dello Stato è fare le riforme". Si sofferma ancora sulla riforma elettorale, che servirà ad evitare nuovi governi di larghe intese. E conclude con un passaggio sui giovani di Sandro Pertini, l'amato presidente della Repubblica scomparso il 24 febbraio del 1990. "'I giovani - ha detto Renzi citando Pertini - non hanno bisogno di premi, ma di esempi di coerenza, di onestà e di altruismo'. Le persone fuori di qua non hanno bisogno di discorsi. Hanno bisogno che finalmente si passi dalle parole ai fatti".
Disinvoltura. Nel suo discorso, Renzi si mostra disinvolto e sicuro, sfida il protocollo dell'Aula con un atteggiamento informale: spesso e volentieri parla con una mano in tasca (FOTO), mentre nell'altra tiene la traccia di quello che vuole dire, la giacca sbottonata ad arte. All'inizio legge il testo, poi va avanti a braccio. Gli ci vogliono nove minuti per riuscire ad ottenere il primo applauso. Il gelo, e un brusio dai banchi della Lega guidato dal vicepresidente dell'assemblea Roberto Calderoli, accoglie le sue parole quando si propone come "ultimo presidente del Consiglio a chiedere la fiducia al Senato". "Sono consapevole - spiega - del rischio di fare questa dichiarazione di fronte a senatori che non meritano il ruolo di essere gli ultimi a dare una fiducia a un governo: ma non lo sta chiedendo un governo, lo sta chiedendo un Paese", e non è una proposta figlia di "un pregiudizio" ma di "un giudizio organico".
Ironia contro il M5s. Un altro applauso, questa volta polemico, arriva dai senatori del Movimento Cinque Stelle quando Renzi cita la possibilità teorica di andare alle elezioni anticipate. Il leader del Pd replica ai grillini con tono di superiorità, rivendicando il fatto che "il Pd non ha mai avuto paura di andare alle urne, e ha vinto in più occasioni. Lo stesso non possiamo dire di voi". "Eravamo ad un bivio - continua il premier - se si andava alle elezioni saremmo tornati a un un governo di larghe intese". E, di fronte alle proteste dei grillini, li incalza prendendoli bonariamente in giro. Si rivolge ai senatori Pd in tono canzonatorio: "Volevo ricordare ai senatori del mio partito che noi svolgiamo una funzione sociale nei confronti dei Cinque Stelle. Aiutiamoli, sono in difficoltà con la loro base: non è facile stare in un partito dove il capo dice 'non sono democratico'. Ma vi vogliamo bene lo stesso".
Andare controcorrente. Renzi pone l'accento sulla necessità di un cambiamento radicale per risollevare il Paese bloccato: "Oggi riflettevo - continua Renzi - che io non ho l'età per sedere nel Senato della Repubblica. Oggi davanti a voi siamo qui non per inseguire un record anagrafico, o allungare i curricula o per toglierci qualche soddisfazione"."Sappiamo che viviamo un tempo di grande diffiicoltà e struggente responsabilità. Dobbiamo provare a fare dei sogni più grandi di quelli fatti fino ad oggi e accompagnarli con concretezza. Chiediamo la fiducia a questo Senato, ci impegniamo a meritare la fiducia come governo, perché l'Italia ha necessità urgente di uscire dalla crisi in cui ci troviamo", quella di un Paese "arruginito, impantanato, incatenato da una burocrazia asfissiante". E "oggi chiedere la fiducia significa proporre una visione audace e innovativa, provare ad andare controcorrente".
Il coraggio delle scelte. Sulla legge elettorale e le riforme costituzionali si è raggiunto "un accordo che va oltre la maggioranza di governo". Quell'accordo "lo rispetteremo nei tempi e nelle modalità prestabilite", partendo dalla riiforma del Senato e del Titolo quinto. Renzi parla di un'angoscia nel rapporto tra politica e cittadini che porta alla sensazione di un'Italia vista come un Paese finito che ha giocato le tutte le sue carte. "Ormai nelle trasmissioni tv c'è sempre un servizio che fa vedere come all'estero tutto sia perfetto e qua non funzioni nulla. Non è così. Usciamo dal coro della lamentazione, diamoci delle scadenze, dando concretamente dei passaggi puntuali". E continua: "Scrivere le regole del gioco insieme sia valore fondamentale per il rispetto delle istituzioni e proveremo a farlo in una legislatura della quale abbiamo allungato l'orizzonte, ma si deve capire che c'è l'urgenza di un cambiamento radicale".
Europeismo. "Nella tradizione europeista sta la parte migliore dell'Italia, la certezza che abbiamo un futuro", continua Renzi a proposito del ruolo del nostro Paese in Europa. E sottolinea che "mettere a posto le cose di casa nostra non deriva da un obbligo europeo, è il rispetto che dobbiamo ai nostri figli e alle persone che verranno dopo di noi". "L'Europa non è la nostra matrigna" rimarca Renzi, auspicando che "nei prossimi 20 anni l'Italia possa guidare l'Europa politicamente".
Un governo politico. "Questo è un governo politico - ribadisce il premier - e politica non è una parolaccia. Mi piacerebbe che potesse capitare a chi ha la presunzione di avere la verità in tasca la possibilità di confrontarsi con gli insegnanti, le famiglie perché l'idea che da questa parte c'è la casta e dall'altra i cittadini si è un po' rovesciata".
Scuola. E' il primo dei settori in cui Renzi annuncia una rivoluzione. Perché è "dalla scuola che riparte un Paese e nasce la sua credibilità". Ma serve concretezza amministrativa: "Bisogna cambiare il patto di stabilità interna per quel che riguarda l'edilizia scolastica. Domani chiederò per lettera a tutti gli 8mila sindaci e ai presidenti delle province superstiti una lettera per chiedere il punto della situazione sull'edilizia scolastica, seguendo una suggestione di Renzo Piano, che ha parlato di rammendare i nostri territori, le nostre periferie". E specifica anche i tempi: "Dal 15 giugno al 15 settembre - spiega- ci sarà un programma straordinario, dell'ordine di qualche miliardo di euro, sui singoli territori in base alle richieste dei sindaci. Di fronte alla crisi economica non si può non partire dalle scuole". Annuncia poi che ogni mercoledì mattina si recherà in una scuola: "Comincerò da Treviso, la settimana successiva andrò in una scuola del Sud". Perché il governo "non sta solo a Roma".
Un pensiero a Letta. Renzi non dimentica di rendere onore al governo Letta (video): "ll cambio fatto all'interno del governo non può in alcun modo oscurare i risultati del governo precedente e fatemi fare un pensiero particolare al presidente del Consiglio Letta".
Pubblica amministrazione. "Il primo impegno - prosegue il premier - è lo sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione (video) attraverso un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti". Si sofferma poi sulla necessità di rinnovare la burocrazia: "I governi passano - afferma - i dirigenti restano. E' da Paese civile affermare la contestualità tra responsabilità di governo e struttura dirigente della macchina pubblica, dire con forza che una politica forte è quella che affida a tempi certi anche il ruolo dei dirigenti, perché non può esistere la possibilità di un dirigente a tempo indeterminato (video) che fa il bello e il cattivo tempo". Sul piano del taglio delle spese della P. A. propone la sua ricetta: "Ogni centesimo deve essere visibile on line da parte di tutti, è necessario un meccanismo di rivoluzione" nel rapporto "tra cittadino e pubblica amministrazione".
Lavoro. Altro capitolo fondamentale del programma di Renzi è il lavoro: "Porteremo immediatamente alla vostra attenzione una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale con misure serie, irreversibili, non solo legate alla revisione della spesa, che porterà già nel semestre 2014 risultati immediati". I dati su pil e disoccupazione dal 2008 al 2013 "non sono numeri di una crisi ma di un tracollo", sottolinea il premier. "Chi è entrato in una fabbrica o ha incontrato lavoratori, sa bene che quelli sulla disoccupazione non sono solo 'numerini', ma indici di una situazione impietosa e devastante", che "richiede un cambio radicale della politiche economiche e provvedimenti concreti che con Padoan abbiamo discusso e approfondiremo nelle prossime settimane". Annuncia, infine, un "sussidio di disoccupazione universale".
Aiuti alle imprese. Un altro impegno del premier sarà la costituzione e il sostegno di fondi di garanzia per le piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito.
Fisco. "E' possibile inviare a casa a dipendenti pubblici e pensionati la dichiarazione dei redditi precompilata". "Così il fisco finisce di essere ostile", aggiunge, "e diventa amico". E chiarisce poi, a margine, la dichiarazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, che ieri ha proposto un aumento delle imposte su rendite finanziarie e Bot: "Ieri Delrio ha detto una cosa molto semplice, e cioè che il tema della tassazione delle rendite e dei denari per la riforma del lavoro saranno oggetto di una valutazione. E voi avete titolato nel modo più pesante possibile. Quindi vi prego di stare ai fatti".
Giustizia. Renzi annuncia che, dopo vent'anni di "posizioni calcificate" a giugno ci sarà "un pacchetto organico di revisione della giustizia (video) che non lasci fuori niente. Parto dalla giustizia amministrativa".
Cultura. "La cultura è una cosa con cui si mangia". Questo, spiega il premier pensando ai giovani, "perché si nutre l'anima". Ma anche perché fa bene all'economia. "Bisogna avere il coraggio di aprirsi agli investimenti privati e ai posti di lavoro", aggiunge. E conclude con enfasi: "Nel mondo piatto in cui viviamo, dove essere italiani è ovunque considerato un dono, ci si aprono opportunità senza fine" e "i valori della cultura fanno di noi una superpotenza mondiale".
Diritti civili e immigrazione. In tema di diritti civili, in particolare unioni di fatto e ius soli, non si può pretendere di imporre il proprio punto di vista per intero, bisogna "ascoltarsi" e poi "trovare un compromesso", rimarca Renzi. "Lo sforzo non è trovare le proprie ragioni contro gli altri ma trovare il punto di sintesi possibile".