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Pescara, 24/11/2024
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25/02/2014
Il Centro
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«Rimborso totale dei debiti della P.a.». Tra gli obiettivi di Renzi anche il taglio del 10% del cuneo fiscale e misure contro il credit crunch. Un costo da 100 miliardi. Le imprese: bene, trovi le risorse. Cgil prudente, apertura da Cisl e Uil. |
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ROMA «Mettere a posto le cose a casa nostra è un dovere verso i nostri figli non per la signora Merkel e Mario Draghi». Matteo Renzi anche nell’agenda economica rovescia le priorità, riporta i numeri della crisi e spinge ad avere coraggio. Sul fronte dell’economia gli obiettivi sono precisi quanto costosi. Si “balla” intorno ai 100 miliardi di euro, azzardano i primi uffici studi, e anche se la stima è in eccesso, sono comunque tanti. Dei cinque punti dell’agenda economica quello più gravoso è certamente la promessa di estinguere il debito dello Stato con le imprese. È il primo impegno, le cui modalità saranno decise nelle prossime settimane con «un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti per uno sblocco to-ta-le, non parziale dei debiti» ha scandito Renzi. Un capitolo di risorse sul quale i governi Monti e Letta hanno preso impegni per circa 40 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. Lo stock stimato dalla Banca d’Italia era di circa 90 miliardi, ne rimangono dunque 51 senza calcolare i nuovi debiti che si sono nel frattempo accumulati. Non sono soldi da mettere uno sull’altro, si tratta di uscite una tantum e attraverso le modalità delle garanzie offerte della banca pubblica qual è la CdP, e dunque il carico potrebbe essere sostenibile se spalmato su tempi non troppo stringenti. L’impiego della Cassa Depositi e Prestiti, nelle intenzioni del nuovo governo sarebbe destinato ad andare incontro al dramma del “credit crunch”, quel rubinetto dei crediti alle piccole e medie imprese che in questi ultimi anni è stato progressivamente chiuso. Sembra che questo sia stato uno dei primi argomenti del faccia a faccia tra Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, una delle leve da usare per agganciare la ripresa per quanto questa sia ancora debole. L’altro punto d’attacco della strategia economica renziana è quello delle tasse sul lavoro. Si tratta di «una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale attraverso misure irreversibili legate non soltanto alla revisione della spesa che porterà nel corso del primo semestre del 2014 a vedere dei risultati immediati e concreti». Anche in questo caso l’impegno del premier è molto ambizioso e rischioso perché la riduzione di una tassazione del lavoro di almeno dieci punti potrebbe costare secondo le stime più prudenti 30 miliardi, fino a 34 secondo la Confartigianato. Anche qui però il meccanismo allo studio potrebbe non essere tutto a carico della finanza pubblica prevedendo una sorta di patto tra dipendenti e imprese dove una parte del salario che ora è inghiottito dalla busta paga possa finire in tasca ai lavoratori. Il tema del lavoro s’incrocia con quello della riforma degli ammortizzatori sociali contenuto nel “jobs act” e con l’assegno di sostegno al reddito, si arriva a 30 miliardi in due anni. Infine ci sarebbe da trovare anche “qualche miliardo di euro” per finanziare il piano di edilizia pubblica per rimettere in sesto da giugno a settembre le scuole italiane. Per reperire tante risorse certo non basterà la nuova tassazione sui Bot peraltro già smentita da Palazzo Chigi, trattandosi del primo scivolone del sottosegretario Delrio.
Le imprese: bene, trovi le risorse Cgil prudente, apertura da Cisl e Uil. Consob: nasce per durare, mercati favorevoli ROMA «Sono d’accordo». Così il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi commenta l’impegno di Matteo Renzi a sbloccare i debiti della Pubblica amministrazione. E proposito dell’annunciata riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale ribadisce: «Sono ri-d’accordo». Positivo anche il giudizio sull’annuncio che il governo Renzi è un esecutivo politico e di legislatura: «Abbiamo sempre chiesto la stabilità politica e se l’avremo i primi a essere contenti saremo noi». Prudente la Cgil: nel programma di Renzi, ci sono «titoli interessanti che vanno approfonditi attraverso un confronto» fa sapere il sindacato, chiedendo però di «esplicitare dove dovranno essere recuperate le risorse». La Cisl chiede «un intervento choc» sul cuneo fiscale per alzare i salari e le pensioni: «Se Renzi dovesse fare questo subito avrà tutta la nostra collaborazione» dice il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. «Io voterei la fiducia, speriamo seguano azioni coerenti» fa sapere via Twitter il leader della Uil, Luigi Angeletti. «L’Italia non ha bisogno di proclami e di illusioni, ma di fatti» sostiene il segretario Ugl, Giovanni Centrella. Positivo il commento del presidente Consob, Giuseppe Vegas: «Il governo nasce per durare. La risposta dei mercati è favorevole. Il programma è per una diminuzione della pressione fiscale, una misura positiva». Marco Venturi, presidente di Rete Imprese Italia parla di «partenza promettente, soprattutto perché Renzi indica interventi e scadenze rapide: ma conteranno i fatti concreti» «Fatti due conti veloci – osserva Giorgio Merletti, presidente Confartigianato Imprese – nel programma ci sono 100 miliardi da trovare per imprese e lavoro. Solo per pagare il debito di Stato, Regioni ed enti locali verso le imprese nel 2014 vale almeno 70 miliardi. E una riduzione del cuneo fiscale a 2 cifre significa 34-35 miliardi, cioé il 10% dei 344 e rotti miliardi del cuneo. Verrebbe da dire “troppa grazia San Matteo!”». Bene sul fisco, osserva il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ma «le intenzioni si devono tradurre al più presto in fatti concreti per creare le condizioni per una ripartenza dell’economia»
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