Rischio di rinvio a giudizio per Riccardo Mancini, ex amministratore delegato dell’Ente Eur spa vicino all’ex sindaco Gianni Alemanno, e altri cinque indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta maxi-mazzetta di 600mila euro che sarebbe stata versata dalla Breda Menarinibus per l’appalto sulla fornitura di 45 filobus al Comune di Roma. Il pubblico ministero ha infatti chiuso le indagini e si appresta a chiedere i rinvii a giudizio.
Oltre a Mancini rischiano il processo il commercialista Marco Iannilli, l’ex amministratore delegato di Breda Menarinibus, Riccardo Ceraudo, dirigenti della stessa azienda Luca D’Aquila e Giuseppe Comes e l'imprenditore Edoardo D’Inca Levis.
La vicenda si riferisce alla fornitura per il Comune di Roma di 45 filobus per il cosiddetto «corridoio Laurentino», linea mai entrata in funzione.
Secondo la procura, la maxi mazzetta di 600mila euro rappresentava una provvista utile anche per possibili altri appalti e la cifra sarebbe finita nella disponibilità di Riccardo Mancini e Marco Iannilli. Dei 600 mila euro, secondo la magistratura, cinquantacinquemila euro sarebbero stati destinate a Riccardo Mancini, che però, fin dall’inizio delle indagini, ha sempre ammesso di averne ricevuto soltanto ottantamila. Mentre centomila euro sarebbero andate invece al commercialista Marco Iannilli.